Da La Repubblica del 11/02/2005

L'iniziativa è del legale della famiglia Mattei La Procura apre un'inchiesta contro ignoti. "Loro sono i mandanti della strage"

Rogo di Primavalle, denunciati Piperno, Morucci e Pace

di AA.VV.

ROMA - Per il rogo di Primavalle in cui morirono per mano di miliatanti di Potere Operaio Stefano e Viglio Mattei, il legale della famiglia, Luciano Randazzo, ha presentato oggi una denuncia in procura per chiedere che si proceda penalmente nei confronti di "Lanfranco Pace, Valerio Morucci e Franco Piperno quali mandanti del duplice omicidio - si legge nell'atto consegnato al procuratore Giovanni Ferrara - di Stefano e Virgilio Mattei nonché nei confronti di tutti coloro che ebbero a concorrere nell' esecuzione della strage". Nella denuncia Randazzo non fa alcun cenno ai tre nomi che secondo Achille Lollo parteciparono all'attentato compiuto contro l'abitazione dei Mattei, a Primavalle. Si tratta, com'è noto, di Paolo Gaeta, Diana Perrone ed Elisabetta Lecco.

Ma l'ex leader di Potere operaio Lanfranco Pace nega la tesi del piano preordinato: "Non ci sono mandanti. E' stata un'iniziativa autonoma di un gruppo di dissidenti e frondisti interni a una sezione di Potere operaio. Noi siamo stati obbligati dalle circostanze a difenderli, pur scoprendo man mano la loro colpevolezza".

Mentre Franco Piperno, ex leader di Potere operaio, vede "un modo irresponsabile da parte della destra che di alimentare un clima di guerra civile, che non ci vuole niente in Italia perchè torni. Un comportamento di totale irresponsabilità al quale io non mi presto".

Nella denuncia della famiglia Mattei si afferma che l'attentato all'abitazione dell'allora segretario della sezione del Msi "si inseriva nel quadro di un'attività di contrasto di Potere Operaio alla crescita politica della sezione missina nel quartiere di Primavalle".


"Troppi - scrive l'avvocato Randazzo nell'atto depositato stamattina - sono i punti oscuri non chiariti circa il coinvolgimento dei dirigenti di allora di Potere Operaio. Il dato certo è rappresentato dalla immediata redazione di un opuscolo denominato 'Controinchiesta', ed edito dalla casa editrice 'Savelli editore', in cui il grave attentato veniva fatto riferire alla cosiddetta 'faida interna tra fascisti'".

"Elemento fondamentale, questo - si legge nella denuncia - che induce a ritenere come il fatto di sangue era già preventivamente a conoscenza dei vertici politici. Appaiono, pertanto banali le giustificazioni che oggi Pace, Piperno e Morucci, identificabili al momento quali responsabili di allora di questa struttura politico-militare, adducono a sostegno della loro estraneità. Ridurre il gravissimo fatto avvenuto a Primavalle, che non ha precedenti, ad una iniziativa di un gruppo scriteriato e banditesco come oggi gli stessi suindicati vorrebbero far credere, non può trovare giustificazione alla luce di una valutazione probatoria nonché dalle stesse ammissioni degli interessati".

Secondo Randazzo "il fatto di sangue avvenuto a Primavalle rappresenta sicuramente l'inizio di un piano scientifico ed organizzato per introdurre mezzi e sistemi che caratterizzarono l'Italia negli scorsi anni, sistemi e metodi impostati essenzialmente sulla violenza politica quale strumento di imposizione di ideologie".

Nel frattempo, sul rogo di Primavalle, è stato aperto ufficialmente dalla Procura di Roma un fascicolo privo di ipotesi di reato e contro ignoti. Il fascicolo è affidato al pubblico ministero Franco Ionta. L'ipotesi di reato sarà fatta non appena il magistrato avrà esaminato il rapporto che è giunto alla Procura da parte degli investigatori, il testo dell'intervista e ogni atto che possa contribuire ad accertare l'effettive responsabilità delle tre persone indicate da Lollo. La procura, inoltre,sta lavorando per preparare una rogatoria internazionale per ascoltare Achille Lollo che dal 1993 si trova in Brasile.

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