Da Tibereide del 14/07/2003
Originale su http://www.tibereide.it/articoli_dettaglio.asp?articolo_id=487&art...

Servizi Italiani: perchè mentono?

di Maria Lina Veca

Articolo presente nelle categorie:
Servizi segreti, spie e dintorni
Da un sottufficiale dell'Esercito, che, per ovvi motivi, ha preferito mantenere l'anonimato, ricevo queste riflessioni: " Non sono di oggi le accuse di inefficienza ai nostri servizi, dall'Italia e dall'estero. La storia dell’"intelligence" italiana, fin dalla nascita, è costellata di operazioni "chiacchierate": si è parlato di vere o presunte deviazioni, degli oltre trecentomila dossier ufficiali e degli oltre due milioni di dossier illegali, della flotta aerea ad uso esclusivo, del noto ufficio "K" – basti pensare che voci e notizie diffuse dalla stampa hanno indicato l'ambasciatore all'Onu, Fulci, come la persona che avrebbe affermato che proprio quell'ufficio sarebbe stato il luogo da dove sarebbero partite le telefonate della "Falange Armata" - del caso della fabbrica di armi chimiche e batteriologiche in Libia, indicata come tale dai servizi italiani, per poi si rivelarsi come una fabbrica di prodotti per l'agricoltura, del caso Somalia, etc. Le voci sulle deviazioni e sulle operazioni illecite sono una costante nel tempo. L’"Intelligence" italiana è da sempre indicata come un anello debole e come struttura poco affidabile. In questi ultimi mesi sembrano evidenziarsi una volta più quella confusione e quel pressappochismo di cui avrebbe parlato Roberto Napoli, ex agente del Sisde. Nella "guerra d'intelligence", il nemico più temuto è l'alleato: ecco quindi la creazione di vere e proprie "notizie", indizi e quant'altro sia utile per uno scoop, ad uso di questo o di quel servizio. Basta pensare alla questione dell'uranio che l'Iraq avrebbe acquisito per il suo programma nucleare: una "bufala" che ricade oggi sui servizi italiani che avrebbero fornito agli USA ed alla Gran Bretagna notizie prive di fondamento. Può darsi, come si dice, che i servizi di Francia e Germania abbiano "confezionato" la "bufala" agli italiani, che l'avrebbero poi "girata" alla Cia ed all'MI6 inglese.
C'è poi il caso dei quindici cittadini pakistani tenuti per oltre dieci mesi nelle patrie galere con la grave accusa di appartenenza a gruppi terroristici vicini ad Al Qaida. In questo caso sono stati i servizi USA - la cellula del NCSI (Naval Criminal Service Investigation) - che ci hanno messo "lo zampino", meglio dire, "la zampata", creando dei terroristi virtuali ad uso e consumo dell'intelligence italiana e del governo Berlusconi. Dieci mesi di ingiusta detenzione, e non per uno, ma per ben quindici cittadini stranieri, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi al centro di uno scontro internazionale tra servizi di intelligence "alleati".
Il governo Berlusconi ha potuto "utilizzare" la disgrazia di questi poveretti per farla pesare sul piatto della bilancia e influire sulla decisione di inviare subito - però dopo i Polacchi invitati dagli USA - tremila uomini per scopi "umanitari"?.
L'I.S.I., l'intelligence pakistana, lavora gomito a gomito con l'intelligence americana. Eppure, sembra che la "bufala" del servizio di intelligence della Marina che fa base in Sicilia, non fosse stata trasmessa dagli americani (vedi CIA) ai colleghi dell'I.S.I.
Purtroppo per la CIA, il N.C.S.I. di Sigonella non ha valutato con la dovuta saggezza la cittadinanza dei cittadini "usati" per lo scoop, quindi, dopo essersi resi conto che la questione "scottava" e poteva incrinare i rapporti CIA e I.S.I. (intelligence pakistana) l'ordine sarebbe stato perentorio: ritirarsi dal caso. Creata la "bufala", il N.C.S.I. di Sigonella è sparito dalle cronache, lasciando la "patata bollente" ai servizi italiani, che si erano assunti, nel frattempo, la paternità dell'importante operazione antiterrorismo. Dopo la "grancassa" suonata per l'arresto, nulla però è stato recentemente detto, quando i quindici sono stati liberati, avendo probabilmente gli stessi magistrati realizzato di trovarsi davanti ad un caso "costruito", dopo le prime indagini. E' sceso il silenzio sulla liberazione, ma anche sulle situazioni che si sono verificate prima dell'arresto e sulle stesse modalità dell'arresto: sembra ci sia stato un preciso "ordine di scuderia".
Un'altra brutta figura dei servizi italiani ? No, meglio stendere un velo pietoso e far decantare il caso.. Il governo Berlusconi stava inviando l'esercito in Iraq, quindi…… nessuna notizia che potesse incrinare le certezze dell'opinione pubblica sulla giustezza delle operazioni antiterrorismo doveva essere divulgata. Eppure i cittadini pakistani oggi sono liberi in Italia, con un regolare permesso di soggiorno, seppure, per motivi di procedure giudiziarie, dovranno attendere la chiusura delle indagini che porteranno sicuramente all'archiviazione per "evidente insussistenza di prove e di indizi". "
E, a proposito di bugie, perché in una risposta del Ministro della Difesa al deputato Malabarba, si scrive che "non risultano "operazioni clandestine svolte all'estero in attuazione di compiti non previsti dall'ordinamento militare italiano" e che, per quanto riguarda coinvolgimenti dei servizi in operazioni militari armate all'estero, "si sottolinea l'assenza in atti di elementi di riscontro a tale affermazione peraltro generica"...eppure, senza riparlare della questione di questi giorni -il "dossier Niger", e senza menzionare la missione del "gladiatore" Arconte nel Maghreb, basta ricordare l"operazione Lima", nella quale il SISMI avrebbe agito in Perù per dare la caccia agli uomini di "Sendero luminoso" e sulla quale stavano indagando i magistrati della Procura Militare di Padova, e, soprattutto, la Somalia, dove morì un altro uomo dei Servizi, il maresciallo Li Causi, proveniente dal "Centro Scorpione" di Trapani, ucciso da "una pallottola vagante", e "sepolto" sotto mille menzogne e sotto una medaglia d'oro...alla memoria.

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