Da Il mondo del 18/12/1998

Intervista al commissario europeo Emma Bonino

Echelon, fuori tutta la verita'

di Claudio Gatti

Internet, multimedialita' , realta' virtuale, lavoro online e commercio elettronico. Il futuro del mondo occidentale e' tutto, o soprattutto li' , nella societa' digitale. Gli americani sono piu' vicini, con i loro 60 milioni di utenti di Internet e i 3 miliardi di dollari che si prevede spenderanno online in questa stagione natalizia. Ma l' Europa non potra' che seguire a ruota. "L' economia digitale costituira' le fondamenta di un nuovo ordine net centrico mondiale", ha dichiarato Gary Hamel, presidente della societa' di consulenza strategica Stratego, secondo il quale siamo oggi alla vigilia di una svolta che alterera' profondamente la vita, il lavoro e il commercio dei Paesi avanzati. Come in ogni svolta epocale, le opportunita' sono accompagnate anche dai rischi. In particolare alla privacy e ad alcuni diritti civili. La societa' digitale potrebbe diventare una societa' dell' intromissione elettronica. Se quasi tutto verra' fatto online, vuol dire infatti che ci saranno computer in grado di sapere che cosa si legge, come e quando si lavora, con chi si comunica, che cosa si compra, dove si viaggia e, attraverso i segnali dei cellulari, persino dove si va. Sara' la societa' del Grande Fratello ? Al di la' di qualsiasi retorica orwelliana, la realta' e' che gia' oggi viviamo in una societa' in cui tutto e' piu' facilmente controllabile. Dal marzo scorso, quando il Mondo ha reso pubbliche per la prima volta le conclusioni di uno studio della divisione scientifica del Parlamento europeo, lo "Scientific and Technological Option Assessment" o Stoa, in Europa si discute dell' esistenza di una rete di controllo e spionaggio elettronico battezzata Echelon. Da quello che si e' finora riusciti a sapere si tratta di una potentissima macchina aspira comunicazioni gestita dagli Stati Uniti in collaborazione con Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Per sapere di piu' su Echelon, sui rischi presenti e futuri alla nostra privacy e su come l' Europa sta preparandosi al futuro digitale, il Mondo si e' rivolto a Emma Bonino, commissario europeo per la tutela dei consumatori e responsabile dell' ufficio per gli aiuti umanitari. Il 30 novembre scorso, presentando un rapporto della sua task force sull' e commerce, Bill Clinton ha definito il commercio elettronico "uno dei motori dell' economia del prossimo millennio". Concorda con questa analisi ? La condivido assolutamente. Quello del commercio elettronico e della economia digitale sara' un settore motore per sviluppo, ricerca e occupazione. L' Europa pero' resta a guardare. Effettivamente e' una priorita' di investimenti che da questo lato dell' Atlantico non sembra essere ancora percepita fino in fondo. Sono convinta che l' Europa sia in ritardo e che in Europa alcuni Paesi, Italia inclusa, lo siano piu' di altri. L' Internet puo' essere ritenuta una giungla oppure la massima espressione della liberta' . Lei come la vede ? Io sono molto attaccata alla liberta' , ma c' e' differenza tra liberta' e licenza, e non esiste liberta' senza responsabilita' . Allora non e' pensabile che l' Internet, di cui io sono sostenitrice e utilizzatrice, possa essere un regno legibus solutus, in cui, non si sa per quale motivo, si debbano sospendere il diritto penale e quello civile. In particolare nel commercio elettronico non penso debbano venir meno dei dispositivi normativi che permettono di individuare con sicurezza il soggetto - persona fisica e giuridica - responsabile dell' introduzione sul mercato di prodotti o servizi. Un minimo di quadro normativo e' necessario. Anche perche' , se viene meno la fiducia, lo sviluppo di cui si parla potrebbe non verificarsi. Legislazione e norme tradizionali sono pero' difficilmente applicabili, data la natura decentrata e sregolata dell' Internet. E' indubbio, ma se non si stabiliscono delle regole, non ci si puo' neppure porre il problema della loro applicabilita' . Europa e Stati Uniti su questo punto non hanno comunque le stesse vedute. Noi europei condividiamo l' analisi del presidente Clinton, cioe' crediamo che sia un settore foriero di sviluppo tecnologico, economico e occupazionale. Ma anche in un' ottica di mercato, pensiamo che si debba stare attenti a non trasformare l' Internet in una giungla. Gli americani, che puntano su autoregolamentazione e libero mercato, sono piu' entusiasti. Gli europei, che pensano piu' alle regole, sono piu' prudenti. Non pensa che cosi' facendo il gap digitale tra i due continenti continuera' ad aumentare ? Porre un minimo di paletti non vuol dire essere statalisti ne' protezionisti. Per funzionare bene, anche il mercato deve avere delle regole. Nel mercato esistono due protagonisti - il produttore e il consumatore - e tutti e due devono poter contare su regole certe. Per esempio, in caso di controversia con il venditore, il consumatore deve poter contare su regole contrattuali che conosce e su un giudice che parli la sua lingua. D' altra parte, capisco anche che un produttore europeo che voglia vendere tramite Internet non puo' essere costretto a conoscere e rispettare le 15 normative dei 15 Paesi membri dell' Unione. Per questo motivo la Commissione ha recentemente proposto una direttiva che obbliga chi commercia via Internet a rispettare solo la legge del suo Paese di appartenenza. Salvo consentire in caso di lite al consumatore di ricorrere al proprio giudice e alla propria legge contrattuale. C' e' chi condanna qualsiasi forma di censura online (politica, ideologica o morale) e chi chiede un controllo dei contenuti messi in Internet. Lei che cosa ne pensa ? Se fare apologia di terrorismo su un giornale e' un reato, non vedo perche' non lo debba essere se il mezzo usato e' l' Internet. Il problema e' che in Germania l' apologia del nazismo e' un reato, mentre in America e' permessa dal Primo Emendamento della Costituzione. Per questo molti siti nazisti sono di base negli Usa. Come si puo' stabilire quale legge applicare ? Questo e' uno dei problemi ancora aperti. Non dico che si possano risolvere tutti i problemi, dico che non mettendo alcun paletto non se ne risolve neppure uno. A ogni buon conto, esistono espedienti tecnici che consentono alle autorita' di un determinato Stato di impedire la circolazione di contenuti considerati illegali. La preoccupa il rischio della "colonizzazione" linguistica dell' inglese via Internet ? E' un problema non solo dell' Internet. L' Internet viene pero' vista da alcuni come "un cavallo di Troia" dell' imperialismo culturale americano, causa di appiattimento linguistico e culturale. Faccio fatica a condividere queste battaglie pseudoculturali. A me sembra che la prevalenza dell' inglese sia un dato di fatto. Il problema e' che cosa fare per mantenere vivi patrimoni e attivita' culturali in altre lingue. La pura demonizzazione non mi pare abbia prodotto grossi risultati. Il problema e' : quanto stiamo investendo noi europei ? Mi pare che da questo punto di vista l' Europa rischi di perdere il treno. Purtroppo, su questo fronte, grandi attivita' o iniziative di respiro non ne vedo. Veniamo alla questione della criptatura: nel nome della lotta alla criminalita' e al terrorismo, gli americani vorrebbero che le autorita' avessero una chiave di accesso a tutte le comunicazioni. Occorre valutare bene le implicazioni con un dibattito aperto. Mi preoccuperebbe infatti se nel nome della lotta alla mafia o al terrorismo venisse meno qualunque forma di privacy. Non vorrei che sull' altare dello sviluppo tecnologico si sacrificassero diritti basilari codificati. A questo proposito, alcuni mesi fa uno studio dello "Scientific and Technological Option Assessment" (Stoa) del Parlamento europeo ha rivelato l' esistenza di una rete di intercettazione internazionale chiamata Echelon. Durante una question time, l' allora premier Prodi disse: "L' esistenza di una rete planetaria integrata appare di non facile praticabilita' e anzi molto difficile". Lei condivide quello scetticismo ? Non sono un ingegnere di telecomunicazioni, ma sulla base dell' attuale sviluppo tecnologico non mi pare del tutto irrealizzabile. E se venisse confermato quello che ha scritto lo Stoa sarebbe una cosa sbalorditiva. E preoccupante. Che cosa la preoccuperebbe di piu' ? Finora siamo ancora alle supposizioni, ma se il quadro fosse quello descritto dallo Stoa ci sarebbe motivo di preoccuparsi su tre fronti: privacy dei cittadini, rispetto delle regole di concorrenza internazionale e sicurezza delle telecomunicazioni. E in tutti e tre questi fronti si porrebbe il problema della mancanza di trasparenza. La Cia si sa che esiste, che dipende da qualcuno e che e' oggetto di un sistema di vigilanza. Su Echelon ufficialmente non si sa niente. Non si sa se esiste, chi ne fa parte e chi la dirige. E la cosa piu' grave e' che non sembra esserci alcuna forma di controllo democratico, giudiziario, o comunque istituzionale su chi decide che cosa controllare e come utilizzare le informazioni. La Commissione europea sta cercando di saperne di piu' ? La Commissione s' e' attivata e ha inoltrato richieste di informazioni agli Stati che in teoria potrebbero far parte del sistema. Risultato ? Nessuno di questi Paesi ha ufficialmente comunicato alcunche' . Non ci sono state risposte ? Nessuna risposta ufficiale. E questo lo ritiene accettabile. No. Anzi, il fatto che la Commissione europea non riesca neppure a sapere se Echelon esiste o meno e' molto grave. Che cos' altro puo' fare la Commissione ? Adesso stiamo aspettando i risultati di uno studio piu' approfondito, che e' gia' stato commissionato. Sulla base di quello studio chiederemo poi chiarimenti su almeno tre aspetti: la tutela della privacy, la sicurezza delle comunicazioni e la correttezza della competizione economica. Se l' esistenza di Echelon venisse confermata, la Gran Bretagna sarebbe in violazione dell' articolo V del trattato di Maastricht, che obbliga i Paesi membri a informare gli altri partner su tutte le questioni relative alla sicurezza e alla politica estera di interesse generale. Se fosse cosi' la Gran Bretagna sarebbe innanzitutto in violazione delle sue leggi nazionali. In quanto guardiano dei trattati, la Commissione dovra' comunque verificare la compatibilita' di un' eventuale appartenenza dei britannici a Echelon con gli obblighi di rispetto del diritto comunitario. A suo giudizio e' possibile che Echelon sia usato a fini di spionaggio economico ? Una cosa e' raccogliere informazioni tecnologiche o anche segreti militari nell' ambito della prevenzione e della lotta alla proliferazione di armi nucleari o batteriologiche, un' altra raccogliere informazioni economiche o commerciali per alterare la concorrenza in settori civili. Sarebbe veramente incredibile se informazioni raccolte da un sistema come Echelon venissero utilizzate per avvantaggiare imprese nazionali. Quali sono campi di interessi e obbiettivi legittimi di un sistema come Echelon ? E' soprattutto una questione di controllo, seppur nel rispetto della riservatezza. Allo stato attuale della nostra cultura giuridica, una telefonata puo' essere intercettata se c' e' un' indagine e l' autorizzazione di un giudice. Non e' quindi pensabile che a livello internazionale ognuno possa fare cio' che vuole. Lei pensa a un organo che controlli le attivita' di Echelon o solo l' uso delle informazioni da esso raccolte ? Non si puo' semplicemente setacciare il mondo delle telecomunicazioni. Si deve partire da una base di ipotesi e su quella base chiedere un' autorizzazione a qualcuno che poi ne risponde politicamente. Quindi un sistema "aspiratutto" come Echelon e' inammissibile ? Echelon puo' esistere per raccogliere informazioni, purche' sia utilizzato in modo mirato e specifico. Devono inoltre esserci norme molto severe sull' utilizzo e la gestione dei dati raccolti. Per tutelare i cittadini, la riservatezza di quei dati deve essere garantita. C' e' motivo di sospettare l' esistenza di sistemi equivalenti a Echelon, seppure in scala ridotta, gestiti da altri Paesi della Ue ? Non abbiamo alcun elemento a riguardo. Un fatto e' comunque certo: il problema della privacy nelle telecomunicazioni non riguarda certamente solo Echelon. Si e' spesso posto anche in Italia. Si sta parlando di creare una sorta di super Echelon di cui farebbero parte anche i Paesi dell' Ue. Lei sarebbe favorevole ? Nel caso i Paesi Ue decidessero di aderirvi, io mi auguro che lo facciano nelle condizioni di cui ho parlato prima. In conclusione, non posso non chiederle quali sono le sue intenzioni sul fronte presidenziale ? E io non posso che dirle "no comment". Ma che cosa pensa delle iniziative del comitato "Bonino for President" ? Si tratta di legittime attivita' di liberi cittadini, che mi hanno emozionato, impressionato e anche molto gratificato. Ma non ho altro da aggiungere. LA CIA SI SA CHE ESISTE E DA CHI DIPENDE. DI QUEST' ALTRA RETE SPIONISTICA, INVECE, NON SI SA NULLA. E LA COSA PIU' GRAVE E' CHE NON SEMBRA ESSERCI CONTROLLO DEMOCRATICO SULLE NOTIZIE CHE RACCOGLIE "E' IMPENSABILE CHE L' INTERNET, DI CUI SONO UTILIZZATRICE E SOSTENITRICE, POSSA ESSERE UN REGNO ASSOLUTAMENTE SENZA REGOLE" "ATTENZIONE: NEL NOME DELLA LOTTA ALLA MAFIA O AL TERRORISMO INTERNAZIONALE NON POSSIAMO SACRIFICARE QUALUNQUE FORMA DI PRIVACY" Ciclone Emma, da Bra a Bruxelles Nata a Bra (Cuneo) il 9 marzo 1948, Emma Bonino ha svolto la sua carriera politica nelle fila del Partito radicale. Nominata commissario europeo nel 1994 durante il governo Berlusconi, ha avuto le deleghe per la pesca, la tutela dei consumatori, gli aiuti umanitari. E' ufficialmente sostenuta per la corsa al Quirinale da un vasto gruppo di estimatori IN PRIMA PERSONA Emma Bonino durante la durissima battaglia degli anni Settanta per la legalizzazione dell' aborto. Nel 1975, dopo una autodenuncia per procurato aborto, fu anche arrestata LEONE UNO E DUE Aspre proteste davanti al Quirinale contro Giovanni Leone, coinvolto nello scandalo Lockheed. Di recente, Bonino e Pannella hanno chiesto "scusa" all' ex presidente TIVU' , AMORE ODIO Una manifestazione contro l' abuso della Rai da parte dei partiti. Le critiche della Bonino si sono accompagnate a un abile "uso" degli spazi concessi al partito e alle sue battaglie civili "PICCOLO SOLDATO" "Piccolo soldato dei diritti umani": questa la felice definizione del commissario Bonino fatta da "Le Monde". Somalia, Ruanda, Kosovo sono solo alcuni dei suoi fronti di combattimento FIORI ANTI TALEBANI Emma Bonino con una dottoressa afghana coperta dall' indumento imposto dai Talebani alle donne. Durante una missione a Kabul (settembre 1997), la Bonino fu arrestata ECHELON UKUSA, STOA: GUIDA PER CAPIRE NEL MIRINO ANCHE LE AZIENDE il 13 marzo 1998 il Mondo ha reso noto un esplosivo rapporto della Scientific and Technological Options Assessment (Stoa), la divisione scientifica del Parlamento europeo, secondo il quale "in Europa tutte le telefonate, i fax e i testi di posta elettronica sono regolarmente intercettati". Il "grande orecchio" sarebbe costituito da Echelon, un sistema strutturato e basato su satelliti spia, basi di intercettazione terrestre e supercomputer gestito da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda nell' ambito di un accordo quadro di scambio di intelligence noto col nome di Ukusa. Secondo il rapporto, "a differenza di altri sistemi di spionaggio elettronico della rete Ukusa, il sistema Echelon e' diretto principalmente contro bersagli civili: governi, organizzazioni e aziende praticamente di ogni Paese del mondo". Il cuore del sistema e' nel quartier generale della National security agency (Nsa), a Fort Meade, nel Maryland (Usa) e un ruolo di grande importanza e' rivestito dalla basa britannica di Menwith Hill. La notizia ha immediatamente innescato richieste di chiarimenti da parte di organi istituzionali e rappresentanti politici italiani e soprattutto stranieri. L' allora presidente del Consiglio Romano Prodi, il 24 aprile scorso, ha pero' minimizzato la questione rispondendo alla Camera a una interrogazione parlamentare: "Ne' la presidenza del Consiglio ne' i ministeri interpellati sono a conoscenza dell' esistenza di questo sistema di intercettazione... che appare di non facile praticabilita' , anzi molto difficile". Al contrario, il 14 settembre scorso, il Parlamento europeo ha riaperto la questione con una risoluzione ufficiale che si conclude dicendo: "La crescente importanza... del sistema Echelon, nonche' i rischi connessi al (suo) abuso richiedono misure precauzionali per quanto concerne le informazioni economiche". E il presidente dello Stoa, Alain Pompidou, ha assicurato l' intenzione di "andare fino in fondo", chiedendo "due rapporti complementari entro la primavera del 1999".

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