Da La Repubblica del 28/10/2005
Originale su http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/cronaca/brigaterosse5/senzani/...
Dopo 23 anni libertà condizionale per l'ex ideologo fiorentino
Br, Senzani in libertà "Forte rammarico per vittime"
"La lotta armata oggi ha ancora meno senso di allora"
di AA.VV.
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Alla base della decisione del giudice la convinzione che Senzani abbia avviato una rivisitazione critica del suo passato. "Sento molto forte il rammarico per i danni e le vittime causate dalla lotta armata" dice l'ex ideologo delle Br ai giornalisti. Le stesse parole che aveva detto ai giudici. Sarebbe stato questo, secondo lo stesso Senzani, uno dei motivi che hanno "convinto" il tribunale di sorveglianza di Firenze a concedergli la libertà dopo 23 anni di carcere.
Adesso Senzani dice che vorrebbe risarcire le vittime del terrorismo, ma non ha i soldi per farlo. "Sono rammaricato di quanto successe allora, e mi dispiace per non avere le risorse, i soldi, per rifondere i danni causati", ha detto Senzani ai cronisti, quasi meravigliato che ancora oggi la sua vicenda possa avere interesse.
L'ex ideologo ha poi commentato il ritorno dei terroristi che si richiamano all'esperienza delle Br. E lo ha fatto per prenderne le distanze: "L'ho già detto e lo ripeto: non capisco i riferimenti che vengono fatti rispetto al passato e oggi la lotta armata ha ancora meno senso perché porta avanti azioni che possono causare morti in un mondo che è completamente diverso".
Ex docente di criminologia alla facoltà di magistero di Firenze, esponente dell'ala dura delle Brigate Rosse, Senzani fu catturato il 9 gennaio '82 a Roma, dopo una latitanza di due anni. Condannato all'ergastolo poiché ritenuto tra i responsabili dell'organizzazione terroristica nelle fasi dei sequestri dell'assessore della Regione Campania, Ciro Cirillo, e del magistrato Giovanni D'Urso, dell'uccisione di Roberto Peci, fratello del pentito Roberto, è stato detenuto nel carcere di Trani, nel 1999 ha ottenuto la semilibertà ed è stato trasferito alla casa circondariale Santa Teresa del capoluogo fiorentino. Nel 2001 suscitò alcune polemiche l'impiego dell'ex brigatista, attraverso una convenzione tra l'associazione di volontariato Pantagruel e la Regione Toscana, al centro di documentazione "Cultura della legalità democratica".
Senzani è stato più volte definito "l'inquirente" delle Brigate Rosse. E' infatti dopo la pubblicazione dei "verbali di interrogatorio" del magistrato Giovanni D'Urso, sequestrato dai brigatisti, che si comincia a parlare di lui. Dopo il rilascio del giudice gli inquirenti si convinsero che era stato Senzani a condurre l'interrogatorio del magistrato, mostrando una profonda conoscenza dei problemi delle carceri, della struttura e dei progetti della direzione generale degli Istituti di prevenzione e pena.
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