Da La Stampa del 16/11/2002

IL VICEDIRETTORE DELLA «STAMPA» COLPITO DALLE BR MORIVA A TORINO IL 29 NOVEMBRE '77 DOPO 13 GIORNI DI AGONIA

Casalegno, il giorno della nostalgia. Oggi l'omaggio della città e del giornale

di Alberto Sinigaglia

CARLO Casalegno, il primo giornalista assassinato dalle Brigate rosse, moriva a Torino venticinque anni fa, il 29 novembre, dopo tredici giorni di atroce agonia. Aveva sessantun anni. Alle 13,55 del 16 novembre il vicedirettore della Stampa era caduto in un agguato davanti all'ascensore di casa mentre ritornava dal giornale disarmato e senza scorta: un commando gli aveva sparato quattro colpi di «Nagant» al volto per ucciderlo. Ognuno di quei proiettili era mortale. Con sicumera i brigatisti annunciarono: «Abbiano giustiziato il servo dello Stato Carlo Casalegno». Uomo senza odio, pronto al dialogo, era un coraggioso esempio professionale e umano di quell'Italia della ragione che resisteva all'estremismo e alla violenza. Cadeva per il suo pensiero democratico e libero, maturato con la vasta formazione culturale, con la potente passione giornalistica e politica temprata nell'antifascismo, nella lotta partigiana, nel partito d'azione. Lucido e informato commentatore politico dalla scrittura elegante, avvertito regista della terza pagina e dei servizi culturali, guidava anche la redazione che nel '75 aveva fondato il settimanale Tuttolibri.

Come ha scritto il direttore Marcello Sorgi nell'articolo di fondo del 16 novembre, «era stato un'anima forte di questo giornale che oggi lo ricorda con nostalgia, con riconoscenza e con orgoglio». Unita da questi sentimenti, tutta La Stampa accogliera' stamane alle 12,30, sotto la lapide dedicata a Carlo Casalegno, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo e la presidente della Provincia Mercedes Bresso, che verranno a deporre corone di fiori: omaggio al grande giornalista ucciso e insieme al quotidiano che fu per trent'anni la sua vita. In precedenza, alle 10,30 Chiamparino, Ghigo e Bresso saranno a Palazzo Civico per una cerimonia «In ricordo di Carlo Casalegno e di tutte le vittime del terrorismo», presente la signora Dedi Casalegno. Con loro parleranno il presidente del Consiglio comunale Mauro Marino, il presidente dell'Associazione italiana vittime del terrorismo Maurizio Puddu, il direttore della Stampa Marcello Sorgi e il giornalista Giorgio Calcagno. Un significato speciale avranno le testimonianze di Diego Novelli che nel 1977 era sindaco di Torino e di Arrigo Levi che era il direttore del giornale e oggi e' consigliere del Presidente della Repubblica. Mentre la citta' condannava la violenza e Casalegno lottava contro la morte, nell'indimenticabile sera del 17 novembre, in Piazza San Carlo, Novelli e Levi parlarono davanti ai rappresentanti di tutte le province con il gonfalone, a un centinaio di amministratori comunali del Piemonte e a piu' di diecimila cittadini, che li ascoltarono in un teso silenzio e diedero una ferma risposta.

Storico oltre che giornalista, per tutti era «il professor Casalegno». Lo chiamavano cosi' alla Stampa e fuori, fin dai tempi del leggendario direttore Giulio De Benedetti: forse in omaggio all'uomo colto, che comunque professore di scuola era stato. E illustri insegnanti aveva avuti al liceo classico D'Azeglio, fucina di intellettuali. Nella sua Aula Magna oggi pomeriggio alle 17 si terra' una commemorazione promossa dal Centro Pannunzio.
Accanto a Dedi Casalegno, a Levi, Sorgi e Calcagno saranno Giovanni Conso presidente emerito della Corte Costituzionale, Pier Franco Quaglieni direttore del «Pannunzio», Gian Piero Leo assessore regionale alla Cultura. La manifestazione al «D'Azeglio» avviene sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica come pure il Premio Casalegno istituito dal Rotary Club di Roma Nord-Ovest che ieri, in onore del grande giornalista nel venticinquesimo anniversario della morte, ha annunciato la prossima edizione, che si terra' il 15 maggio 2003: «La cerimonia di consegna del riconoscimento - afferma un comunicato - e' sempre occasione per riportare all'attenzione dei giornalisti e dei lettori quanto Carlo Casalegno andava scrivendo sul suo giornale e i principi di etica che ispiravano la sua attivita' professionale». Principi sottolineati da Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi, in questo messaggio: «La Federazione nazionale della stampa italiana ricorda con commozione e affetto, insieme ai colleghi della Stampa, la figura e l'insegnamento di Carlo Casalegno a venticinque anni dal barbaro omicidio delle Brigate rosse. Oggi come allora bisogna respingere qualunque forma di intimidazione e di violenza nei confronti della libera informazione. Questa e' la prima condizione irrinunciabile per garantire a tutti i cittadini, anche nell'attuale difficile momento, il diritto di essere informati correttamente. E per questo e' quanto mai significativo il ricordo dei colleghi che, come il vicedirettore della Stampa, hanno pagato con la vita il diritto di manifestare liberamente le proprie opinioni». «E' rimasto intatto l'insegnamento del Maestro», scrive nel suo messaggio il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, che ricorda Casalegno come «persona semplice, mite, continuamente alla ricerca della verita', anche se scomoda. Gli unici suoi punti di riferimento: dignita' e onesta' intellettuale. Ricordo come vivemmo quei tredici giorni di Casalegno in lotta con la morte noi cronisti che ci occupavamo di terrorismo: con stupore, incredulita', dolore. Casalegno ci ha lasciato in eredita' la sua forza, le sue lucide analisi, la sua umilta'». Umile, schivo, nemico della retorica, senza retorica Carlo Casalegno oggi sara' ricordato. In silenzio, di buon mattino, prima delle cerimonie, il sindaco accompagnera' Dedi Casalegno alla tomba del marito.

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