Da La Repubblica del 11/01/2006

Assassino della Cesaroni, oggi supervertice tra magistrati e Ris. Le nuove tracce sulla biancheria intima che indossava la vittima

Via Poma, il dna è di un ex fidanzato. Svolta nel delitto dopo 17 anni

di Meo Ponte

ROMA - Un morso sul seno sinistro, che lasciò tracce di saliva su un corpetto rosa. Sarà questo forse a sciogliere il mistero di via Poma, del delitto della giovane Simonetta Cesaroni, uccisa il 7 agosto del 1990 con 29 coltellate in un palazzo di Prati. I carabinieri del Ris di Parma oggi consegneranno al pm Roberto Cavallone i risultati delle analisi condotte con tecniche avveniristiche.

E il dna ritrovato nella saliva sul reggiseno di Simonetta apparterrebbe ad un ex fidanzato della vittima, che all'epoca del delitto si era appena lasciata con Raniero Busco, un giovane operaio dell'Alitalia. Ma alcune testimonianze venute alla luce dopo potevano far pensare anche ad un altro rapporto iniziato all'indomani della rottura.

Non solo. Dagli esami dei Ris sul pasto fatto da Simonetta prima di morire l'ora del delitto sarebbe retrodatata dalle sei alle tre di quel pomeriggio, un elemento che metterebbe fuori gioco degli alibi accertati nelle prime settimane delle indagini.
Così, a 17 anni di distanza, arriva l'ultima svolta nel giallo di via Poma.

A dare la notizia dell'identificazione del dna è stato ieri notte Enrico Mentana, durante una puntata speciale di Matrix. Grazie ai prodigi della scienza forse si potrà venire a capo del misterioso caso: Simonetta, 20 anni, venne trovata seminuda, trafitta con furia dalle coltellate, al terzo piano dello stabile di via Poma 2, dove lavorava. Addosso solo pochi indumenti intimi e nessuna traccia di violenza sessuale. Gli unici due indagati, prima il portiere Pietro Vanacore e poi il giovane Federico Valle, nel 1993 ottengono il proscioglimento.

"Un delitto lo risolvi entro 24 ore o non lo risolvi più" era il detto molto in voga tra gli inquirenti a quei tempi. Anche per il giallo di via Poma sembrava essere così, ma i familiari di Simonetta e il loro legale Lucio Molinaro non si sono mai dati per vinti e nel 2004 hanno ottenuto nuovi accertamenti. Il procuratore Cavallone dispone rilievi a periti ed esperti tra cui i carabinieri dei Ris di Parma, che a 14 anni di distanza tornano sulla scena del delitto. Con tecnologie impensabili negli anni '90, i militari in camice bianco rintracciano tracce biologiche mai repertate sugli indumenti di Simonetta, usando un kit fatto arrivare apposta dagli Usa e utilizzato nei casi di violenza sessuale.

Nei giorni scorsi la notizia che gli esperti avevano individuato un dna maschile, che però poteva appartenere a chiunque. Poi ieri la svolta: quello ritrovato sul corpetto della ragazza coincide con il dna di un ex fidanzato, una delle 31 persone finite nel mirino degli investigatori che, nei mesi scorsi, hanno convocato tutti coloro che in qualche modo avevano a che fare con Simonetta e, a loro insaputa, hanno individuato le tracce biologiche lasciate su tazzine e mozziconi di sigaretta.

Nelle prossime ore la perizia arriverà nelle mani del pm Cavallone, nel corso di un supervertice a cui parteciperanno gli esperti guidati dal comandante dei Ris, il colonnello Luciano Garofalo e il procuratore aggiunto Italo Ormanni. E con essa il nome dell'uomo il cui dna è stato rinvenuto sul corpo di Simonetta.
Annotazioni − (ha collaborato marco occhipinti)

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