Il progetto Metropoli

Documento aggiornato al 25/02/2004
Di "Metropoli" come portavoce autorevole dell'Autonomia, con l'esplicito richiamo nel sottotitolo del giornale all' "autonomia possibile" si è già parlato.
Tuttavia, dalle confessioni rese da un gran numero di terroristi, sono emerse responsabilità ben più gravi di quelle di semplice natura "ideologica".
Molti terroristi, tra gli altri Marco Barbone, Paolo Morandini e Antonio Savasta, hanno dettagliatamente riferito sui traffici di armi del gruppo di "Metropoli", su come venivano introdotte in Italia, sulle diverse proposte di cessione e sui passaggi delle armi ai diversi gruppi armati.
Gli stessi Barbone, Morandini, Savasta e ancora altri tra i quali Maurizio Lombino, Carlo Brogi, Massimo Cianfanelli hanno parlato di un "progetto Metropoli" articolato su tre livelli: il primo, legale, costituito dall'attività editoriale, dalla pubblicazione della rivista; il secondo rappresentato dalle iniziative di movimento dirette a creare una base di massa all'eversione; il terzo consistente nella direzione politica delle organizzazioni militari già esistenti. Scopo del gruppo che faceva capo a "Metropoli" era quindi quello di dirigere i gruppi armati esistenti, comprese le BR, coinvolgendoli in una strategia unitaria, e non già di crearne nuovi.
I procedimenti giudiziari in corso accerteranno il livello di attuazione del progetto "Metropoli", la sua effettiva consistenza e pericolosità.
Si può peraltro affermare che il progetto Metropoli ripeteva i tentativi di creare organizzazioni di cerniera per recuperare in un unico disegno politico la violenza di massa e le azioni dei gruppi armati clandestini. A metà degli anni '70 a Roma e Milano vennero costituiti i Comitati Comunisti Rivoluzionari - CO.CO.RI - che perseguivano questo obiettivo di unificazione. Tra i promotori dell'operazione Scalzone, Pace, Rosati, Del Giudice e un gruppo formato da Morucci, Gastaldi, Napecchia, Maccari proveniente dal "servizio d'ordine" di Potere Operaio: non è casuale che su questa linea si trovino, anche in collocazioni e situazioni diverse, gli stessi personaggi.
Secondo la deposizione di Sergio Martinelli la nascita del progetto Metropoli risale al '77. Ed è interessante l'affermazione di Barbone nella deposizione al G.I. di Milano, Spataro, secondo il quale durante il caso Moro "loro di Metropoli si erano attivati come intermediari tra Morucci e il suo gruppo da un lato e le BR dall'altro".
In questa versione il ruolo di Morucci è diverso da quello di longa manus di Piperno e di Pace. In ogni caso il - gruppo Morucci era il punto di riferimento all'interno delle BR, di "Metropoli" e di quanti si muovevano sulla stessa linea: i rapporti divennero sempre più intensi durante e dopo il sequestro Moro.
E' un fatto che nel filmetto contenuto in "Metropoli" il disegnatore abbia fatto riferimento a particolari che potevano essere conosciuti soltanto dall'interno dell'ambiente dei terroristi.
 
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