Il CERPET

Documento aggiornato al 25/02/2004
Uno degli aspetti più inquietanti del progetto Metropoli è rappresentato dalla larghezza di mezzi di cui disponeva. In questo ambito va collocato il capitolo del CERPET (Centro ricerche di programmazione e pianificazione economica e territoriale). Il centro era sorto ad iniziativa di Stefania Rossini e Luigi Sticco. Nonostante le dichiarazioni rese alla Commissione non è chiaro il ruolo che il senatore Landolfi svolse nella fase costitutiva del CERPET, quando si attivò per favorire l'iniziativa e per convincere Luigi Sticco a fungere da prestanome negli adempimenti formali.
Al CERPET vennero commissionate importanti ricerche dalla Montedison ("Gli intellettuali e l'industria nella società italiana dal dopoguerra ad oggi" e "Modificazione del ruolo e della struttura della grande impresa di fronte al conflitto sociale: il caso italiano 1969-1975"), dal FORMEZ ("Cassino: struttura e modificazione del mercato del lavoro dopo l'insediamento Fiat"), dalla Regione Abruzzo ("Domanda e offerta di lavoro intellettuale in Abruzzo"). Data la scarsa notorietà sul piano scientifico del CERPET e l'estrema genericità dei temi delle ricerche rimangono irrisolti gli interrogativi sollevati dalla facilità con la quale i ricercatori del Centro hanno ottenuto gli incarichi di lavoro da società delle dimensioni della Montedison e da organismi pubblici come il FORMEZ e la Regione Abruzzo.
I locali del CERPET di Piazza Cesarini Sforza furono occupati in seguito dalla redazione di Metropoli. I ricercatori del Centro hanno smentito qualsiasi rapporto tra le due iniziative, ma resta il fatto della successione nei locali e dell'identità tra la maggior parte degli animatori del CERPET e i redattori di Metropoli: Lanfranco Pace, Paolo Virno, Madaudo, Lucio Castellano.
Il Giudice Istruttore di Milano ha rinviato a giudizio 148 persone a conclusione dell'inchiesta sulla struttura e natura eversiva dell'organizzazione denominata "Progetto Metropoli". La Magistratura romana ha promosso dal canto suo un'autonoma indagine al centro della quale sono le attività e i finanziamento del CERPET. L'ipotesi accusatoria è che il CERPET, nella pluralità dei livelli del Progetto Metropoli, costituiva una fonte legale di finanziamento, alla quale naturalmente si aggiungevano, secondo le confessioni di numerosi terroristi, proventi da attività illecite, principalmente dalle rapine consumate da diversi gruppi armati: Unità Comuniste Combattenti, Prima Linea, XXVIII marzo, Proletari Armati per il Comunismo.
Le vicende giudiziarie aperte non permettono di formulare conclusioni definitive: emerge in ogni caso un quadro allarmante degli spazi concessi, quantomeno per leggerezza o calcolo politico, a organizzazioni e personaggi, la cui avversione, non solo teorica, all'ordinamento democratico, era nota.
 
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