08. A Francesco Cossiga

Non recapitata

Documento aggiornato al 04/01/2005
Caro Cossiga,

torno su un argomento già noto e che voi avete implicitamente ed esplicitamente respinto. Eppure esso politicamente esiste e sarebbe grave errore ritenere che, essendo esso pesante e difficile, si possa fare come se non esistesse. Io ti dico di rifletterci seriamente, non di rispondermi, anche se la laconicità e impersonalità della precedente reazione mi ha, te lo dico francamente, un po' ferito.
Fatto sta che esiste un problema, postosi in molti e civili paesi, di pagare un prezzo per la vita e la libertà di alcune persone estranee, prelevate come mezzo di scambio. Nella grande maggioranza dei casi la risposta è stata positiva ed è stata approvata dall'opinione pubblica. Il grado di pericolosità della situazione non si è d'altra parte accresciuto, trattandosi di persone provate da lunga detenzione, meritevoli di un qualche riconoscimento sul piano umano (io comincio a capire che cos'è la detenzione) ed infine neutralizzati dal fatto di essere dislocati in territorio straniero che, se si ha buona volontà, data la nostra amicizia con tanti Paesi (es. Algeria) non dovrebbe essere difficile reperire. Certo, è in questione un principio: ma anche i principi devono fare i conti con la realtà. Ricordo, se non ricordo male, un caso francese particolarmente significativo. Nella mia più sincera valutazione, ed a prescindere dal mio caso anche se doloroso, sono convinto che oggi esiste un interesse politico obiettivo, non di una sola parte, per praticare questa strada. Se gli stranieri vi consigliano in altro modo, magari in buona fede, sbagliano. E le conseguenze ne sarebbero evidenti. Se mai potessi parlarti, ti spiegherei meglio e ti persuaderei.
Vi chiedo di avere fiducia, come in altri casi, nella mia valutazione e nel mio consiglio. Forse che non ho indovinato, con mesi di anticipo, che con i comunisti si andava verso la crisi e che bisognava prepararvisi per febbraio-marzo? E così è stato. Potrei immodestamente continuare gli esempi, ma mi sembra assurdo farlo, specie in questo momento di declino. A me interessa risolvere per il meglio il problema concreto.
Consentimi di aggiungere che le iniziative concitate degli ultimi giorni hanno avuto l'inevitabile effetto di eccitare lo sdegno e la reazione delle persone che mi custodiscono, senza conseguire, d'altra parte, alcun apprezzabile risultato. Insomma nuova tensione nel paese, nuove difficoltà, nuovi rischi.
Vorrei pregarti che, almeno su quel che ti ho scritto, vi fosse, a differenza delle altre volte, riservatezza. Perché fare pubblicità su tutto? Potresti farti recapitare questa mia in luogo più riservato e rifletterci su, senza riunioni plenarie. Finché non siano mature.
Grazie dell'attenzione.
Cordiali saluti

Aldo Moro
 
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