Parte I

16. Sulla indipendenza della stampa italiana

Memoriale Moro

Documento aggiornato al 12/02/2005
(Comm. stragi, II 154-155; Numerazione tematica 16)

La stampa italiana costituisce un enorme problema sia per quanto riguarda il suo ordinamento e sviluppo, sia per quanto riguarda la sua indipendenza. Il tema fu già posto da Einaudi alla Costituente, ma né allora né dopo si è riusciti a risolvere questo enorme problema di libertà e dei diritti umani. Non so come giocherà la nuova legge sulla stampa; ma è certo che la gestione giornalistica è talmente costosa da essere proibitiva. La D.C. trascina a fatica i due ultimi giornali residui (Mattino e Gazzettino Veneto), mentre analoga fatica per sopravvivere fa la Gazzetta del Popolo che è di un gruppo (piccolo gruppo) amico. Da qui la necessità in cui essa si trova di fare ricorso, in un modo o nell'altro, a Rizzoli che le permette di non chiudere. Ch'io sappia, Bodrato ha problemi di rappezzamento, non una strategia da far valere. Deve affidarsi quindi non alla propria stampa, ma alla benevolenza (sempre misurata e discutibile) di quella altrui. Il Paese è così dominato da cinque o sei testate. Questi giorni hanno dimostrato come sia facile chiudere il mercato delle opinioni. Non solo non troverai opinioni, ma neppure notizie. Forse è questo un aspetto particolare di una crisi economica, che non può non essere anche una crisi editoriale. Infatti su 20-25 seri giornali è difficile bloccare; su 5 o 6 sì.
Rizzoli è abile giocatore e dominerà fino al limite del possibile con un apporto che è difficile immaginare italiano se non nella firma. La stessa macabra grande edizione sulla mia esecuzione può rientrare in una logica, della quale forse non è necessario dare ulteriori indicazioni.
Solo un istante mi soffermo sul Messaggero, conteso tra comunisti (forse Scalfari, forse Pratesi) e socialisti cui era stato dato nel quadro di un pacifico rapporto di centro-sinistra, poi deterioratosi, lasciando il giornale in grandi incertezze e, per così dire, diviso in pagine, ciascuna data in appalto a qualcuno (idealmente, s'intende).
La tensione tra Caracciolo e Rizzoli è forte ed il Messaggero è fortemente desiderato da entrambi o, quanto meno, è desiderato che non passi nel dominio dell'altro. La D.C. cerca di non impegnarsi. Il Tempo, che segue la D.C., è in grossa difficoltà. Stampa, Corriere, Resto, Nazione e, per la sua proprietà, il Giorno hanno una posizione normale. Ma per il resto è tutto in discussione.
 
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