Processo Moro II

03. L'attività della Colonna Romana fino a Via Fani

Parte II

Documento aggiornato al 09/04/2005
Col costituirsi della "Colonna romana", le Brigate Rosse iniziarono e via via proseguirono con intensità sempre maggiore la loro attività terroristica nella Capitale. E così:
- il 7 dicembre 1976 palesarono la presenza a Roma rivendicando l'attentato incendiario dell'auto di Ferrari Vittorio;
- il 13 febbraio 1977, alle ore 8,50, Valerio Traversi, dirigente superiore del Ministero di GG. GG., veniva avvicinato all'incrocio tra via Giulia e vicolo della Moretta, da una donna e un giovane. Quest'ultimo lo feriva alle gambe con numerosi colpi sparati con una pistola munita di silenziatore. Il Traversi aveva curato una inchiesta presso le carceri di Firenze e un'altra presso il carcere di Treviso, ove c'era stata un'evasione. Il ferimento fu deciso e attuato dal Fronte delle carceri (v. dichiarazioni Morucci); ad esso parteciparono 4 persone (2 regolari e 2 irregolari), tra cui il Bonisoli e la Brioschi;
- verso le ore 10 del 3 giugno 1977 il dott. Emilio Rossi del TG1, mentre transitava in via Teulada, veniva raggiunto da numerosi colpi di pistola al femore, al ginocchio e alla tibia, sparati da un uomo e da una donna fuggiti con una terza persona. L'attentato fu effettuato nell'ambito della "campagna" contro la stampa, promossa dagli organi nazionali (Comitato Esecutivo e Fronti). Secondo le dichiarazioni di Morucci, il nominativo di Rossi fu scelto dalla Direzione della Colonna romana e alla commissione del delitto parteciparono 4 persone (3 irregolari e 1 regolare), tra cui la Faranda;
- alle ore 7,45 del 21 giugno 1977, il prof. Remo Cacciafesta, preside della Facoltà di Ec. e Comm., mentre usciva dal cancello della sua abitazione in via Montevideo, era affrontato da due donne, una delle quali gli esplodeva contro, in direzione degli arti inferiori, alcuni colpi di pistola. La vittima riusciva a rifugiarsi all'interno dello stabile, ma era raggiunto da una delle due donne che gli sparava addosso altri colpi di arma. Si accertava che una terza persona aveva svolto funzioni di "palo".
L'attentato - secondo le dichiarazioni di Morucci - fu deciso dalla Direzione di Colonna in attuazione della campagna nazionale contro la Democrazia Cristiana, e vi parteciparono 6 persone, tra cui lo stesso Morucci. Secondo le dichiarazioni di Savasta le tre donne erano la Balzerani, la Brioschi e la Faranda.
- alle ore 17,30 dell'11 luglio 1977 due giovani, un uomo e una donna, si avvicinavano a Mario Perlini, segretario del circolo di Comunione e Liberazione, nel cortile dello stabile di via Strozzi, e gli sparavano alcuni colpi di pistola alle gambe.
All'attentato, attuato sempre nell'ambito della campagna contro la D.C. e Comunione e Liberazione, parteciparono, secondo Morucci, 4 persone (2 regolari e 2 irregolari), tra cui lo stesso Morucci.
- alle ore 9,30 del 2 novembre 1977, alcuni individui sparavano vari colpi di pistola contro il consigliere della D.C. Publio Fiori mentre usciva di casa in via Monte Zebio. Il Fiori cercava di difendersi facendo fuoco con la sua pistola, ma veniva ripetutamente e gravemente ferito da altri colpi sparatigli dagli assalitori. Questi erano due uomini e due donne, delle quali una alla guida di un'auto mentre l'altra aveva partecipato materialmente all'aggressione.
L'attentato fu deciso - secondo le dichiarazioni di Morucci - dalla Direzione di Colonna in attuazione della Campagna nazionale contro la D.C., e vi parteciparono 2 regolari e 2 irregolari. In sede istruttoria, la donna che aveva fatto fuoco venne riconosciuta dalla parte lesa in Maria Carla Brioschi; secondo le dichiarazioni di Emilia Libera, fece parte del gruppo attentatore anche Bruno Seghetti.
- il 14 febbraio 1978, Riccardo Palma, magistrato in servizio presso il Ministero di GG. GG. mentre si accingeva a salire sulla propria auto, veniva ucciso con una raffica sparata da un attentatore con un'arma nascosta in una borsa. L'uccisore e un altro che lo accompagnava si allontanavano con un'auto, sulla quale era ad attenderli un complice.
Secondo le dichiarazioni di Morucci il delitto fu deciso dagli organi nazionali delle B.R. (Comitato Esecutivo e Fronti) e attuato dalla Colonna romana con la partecipazione di 4 persone (1 regolare e 3 irregolari). Tra esse, secondo quanto hanno dichiarato Savasta e Libera, Prospero Gallinari che fece materialmente fuoco sulla vittima.
Alle suddette azioni di sangue si accompagnò una massiccia campagna svolta nei quartieri romani dalle varie brigate.
Questa massiccia campagna rientrava nel quadro della offensiva lanciata dalle "Brigate Rosse" a livello nazionale contro la Democrazia Cristiana, definita "asse portante" della ristrutturazione capitalistica e imperialistica dello Stato.
Per tanto fu compiuta una mole considerevole di "inchieste" su personaggi della D.C. locale. Tra l'altro, anche la brigata "Universitaria", costituita da Antonio Savasta, con funzioni di responsabilità, Emilia Libera, Caterina Piunti, giunta dalle Marche nell'autunno 1977, e Teodoro Spadaccini, già facente parte della struttura romana, svolse numerose inchieste sul personale universitario, legato alla D.C. e dell'area cattolica.
Inoltre, fu svolta intensa attività di propaganda e furono attuati attentati minori (incendi di auto e danneggiamenti alle sedi di partito).
 
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