1. Le origini della strategia della tensione

5. L’Ufficio REI del Sifar, "Pace e Libertà" e l’attività di Edgrado Sogno

Documento aggiornato al 30/11/2005
Per adesso, agli anticomunisti sarà sufficiente mantenere alta l’attenzione e cercare di sfruttare la disponibilità americana verso tutto ciò che possa costituire un argine, purchessia, all’ipotesi di un governo comunista. Ed è utile, a tal fine, anche la strana associazione creata da Edgardo Sogno, in funzione anticomunista. A coltivare il contatto con "Pace e Libertà" è una struttura, creata all’interno del Sifar all’inizio degli anni ’50, l’Ufficio Relazioni Economiche e Industriali (Ufficio REI), gestito per anni dal maggiore Rocca. A costui, nonostante il suo rifiuto di prestare giuramento alla Repubblica, non solo fu affidato l’importante settore del controspionaggio industriale e del controllo dell’esportazione di armamenti e materiale strategico, ma fu consentito, altresì, di impiantare all’interno dell’Ufficio una particolare Sezione "Viaggiatori legali", con il compito di raccogliere notizie e dati in funzione anticomunista. Tra le fonti che dovette ritenere di valore, Rocca perviene all’inizio del 1954 al contatto con gli uomini di "Pace e Libertà", che un appunto del Capo del Sifar segnala come organizzazione "secondo alcune voci" "finanziata con fondi della Nato, secondo altri da una potenza straniera che potrebbe essere l’Inghilterra".

In ogni caso, nel medesimo appunto si fa riferimento alla circostanza che l’organizzazione "sarebbe in possesso di schedari contemplanti i nominativi di tutti gli aderenti al PCI", ed è, molto probabilmente, per questo che il Capo del Servizio, gen. Ettore Musco, in un appunto del giugno 1954 annota di averne "parlato con il Sig. Ministro. Egli è favorevole ad uno ‘oculatissimo’ appoggio. Per i materiali degli archivi darò direttive verbali".

Dunque l’attività anticomunista di Sogno è ben conosciuta dai vertici dei servizi, e – stando agli stessi – anche dalle più alte cariche istituzionali del paese. In un appunto di poco precedente, infatti, viene riportato il contenuto di un colloquio con Edgardo Sogno, "le cui iniziative avrebbero riscosso l’adesione e l’appoggio del Presidente del consiglio Scelba, […] del Ministro Taviani, del Ministro degli Esteri." Ma a dimostrazione che le iniziative di "Pace e Libertà" non sono svincolate da precise indicazioni di carattere Nato, l’autore dell’appunto riferisce che "Sogno avrebbe fatto istituire agli Esteri (egli è diplomatico di carriera) un Ufficio per il coordinamento della guerra psicologica da lui diretto".

La conferma di quest’ultimo importante dato, emergerà molti anni dopo da una lettera che lo stesso Sogno rivolge all’allora Ministro degli affari esteri Aldo Moro, nella quale l’ex partigiano lamenta il suo mancato avanzamento di carriera. Egli sa bene, infatti, che la mancata progressione nei ruoli della Farnesina, è dovuta al suo temporaneo distacco presso il Ministero dell’interno, quando, "nel luglio del 1953, per iniziativa della Presidenza del Consiglio (Governo Scelba) mi veniva nuovamente proposto un incarico di carattere eccezionale e riservato (organizzazione della difesa psicologica delle istituzioni democratiche), in ripresa di un’operazione avviata nel 1948 per iniziativa del Ministro Sforza nel quadro delle attività svolte in base al Piano Marshall".

Merita riportare il successivo brano della lettera a Moro, esplicativo del progetto gestito da Sogno, per poi trarne alcune considerazioni.

"L’azione svolta per il tramite del Comitato da me organizzato ebbe tre fasi principali: in un periodo (fino all’Ottobre 1954) essa si concretò nella realizzazione del progetto che gli onorevoli De Gasperi e Pella avevano ripetutamente sostenuto in Consiglio Atlantico e consistente nel contrapporre degli organi promotori e coordinatori della propaganda occidentale alla costante iniziativa campo sovietica nel campo dell’informazione. Nel secondo periodo (Ottobre 1954 – Giugno 1955) il comitato assolse funzioni specifiche nel quadro dei provvedimenti adottati dal Governo Scelba per la difesa delle istituzioni, assumendo compiti di punta che non potevano essere affidati ad organi governativi. Nel terzo periodo (dopo il giugno 1955) il Comitato ridusse progressivamente l’azione esterna per concentrarsi su compiti di carattere riservato sempre nel campo della difesa psicologica".

Edgardo Sogno, già a capo di una formazione partigiana autonoma e medaglia d’oro della Resistenza, è dunque l’uomo di punta del Governo per la predisposizione e il coordinamento degli strumenti di guerra psicologica contro le sinistre. In altra parte della citata lettera, Sogno ricorda come già nel 1949 il Ministro dell’interno Scelba gli avesse chiesto di partecipare in prima persona al progetto del Servizio di Difesa Civile (di cui si dirà poco oltre), in tal modo evidenziandone la forte valenza anticomunista. Tramontato quel progetto, il capo di "Pace e Libertà" rimane, però, una preziosa riserva per l’attività dell’oltranzismo atlantico, e proprio in questo ruolo viene utilizzato per la costituzione del Comitato di coordinamento della guerra psicologica.

Ciò che assume particolare rilevanza, tuttavia, è che a far data dall’ottobre del 1954, il comitato di Sogno "assolse funzioni specifiche nel quadro dei provvedimenti adottati dal Governo Scelba per la difesa delle istituzioni, assumendo compiti di punta che non potevano essere affidati ad organi governativi". E seppure dal documento non emerge quale specifico ruolo abbia assunto Sogno, è di per sé indicativo che al Viminale facessero capo attività "coperte" non delegabili a strutture governative.

E’ altresì significativo che Scelba, rispondendo alle accuse di aver creato nel 1949 una polizia segreta anticomunista, replichi affermando di non aver inventato nulla, e ricordi come "i servizi della polizia che si occupavano della prevenzione dei reati contro la sicurezza interna […] esistevano quando io assunsi la carica di Ministro dell’interno ed erano stati riorganizzati dal capo della polizia". Che Sogno millanti credito con il Ministro degli esteri Moro non appare credibile, ed è, viceversa, plausibile, che le strutture di cui Scelba si servì per contrastare il comunismo non corrispondessero appunto alla polizia di prevenzione, ma fossero Uffici o Servizi posti fuori dal controllo istituzionale.

In questa linea si inserisce il progetto per la costituzione di una struttura di difesa/protezione civile voluta dal Ministro dell’interno Scelba nell’ottobre 1950. A dimostrazione che il progetto non si limitava a una ridefinizione delle strutture di protezione civile, Scelba ricordò alla Camera come dopo i fatti di Corea nel mondo fosse intervenuto qualcosa di nuovo "che ha obbligato tutti i paesi pensosi della sicurezza all’interno e della difesa delle proprie frontiere ad organizzare anche la difesa civile […] considerato anche il modo in cui le guerre vengono oggi combattute". Vi è da considerare, peraltro, che una struttura con analoghi compiti era già stata attivata presso il Ministero dell’interno, con disposizione del Consiglio dei ministri, e il disegno di legge potrebbe essere stato, in realtà, il meccanismo per sancire ufficialmente l’esistente. Prassi, questa, come ricordato, ricorrente in molte delle vicende trattate in questa relazione.

In questo senso sembra deponga anche Edgardo Sogno che, in una lettera al Ministro degli Esteri Sforza del 22 ottobre 1949 - un anno prima della presentazione del disegno di legge - , riferisce di aver ricevuto dal Ministro Scelba la proposta di assumere la carica di "capo del costituendo Servizio per la Difesa civile".

La peculiarità di questa iniziativa legislativa, in ogni caso, è rappresentata dall’essere l’unica tra quelle intraprese in chiave anticomunista a divenire pubblica e a passare attraverso l’esame del Parlamento. E non è certo per caso che il progetto scelbiano dal Parlamento non uscirà mai sotto forma di legge, opponendosi strenuamente le forze di sinistra. E’, questa, la dimostrazione dell’impossibilità di eliminare dal gioco democratico i partiti di sinistra se non con strumenti impropri per una democrazia; ma sarà anche, per i più oltranzisti, la dimostrazione della necessità di operare solo tramite cover operations, sempre esautorando il Parlamento e, talvolta, qualche membro dell’Esecutivo ritenuto non affidabile.
 
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