3. L'eversione di destra e le coperture istituzionali

12. Le provocazioni e l’inquinamento da parte dei Servizi

Documento aggiornato al 30/11/2005
Che i servizi fossero in possesso di altre fondamentali notizie, cui non dettero il legittimo sbocco processuale, emerge anche e soprattutto dal documento Azzi. In esso si fa riferimento alla attribuibilità al gruppo La Fenice (e a Rognoni personalmente) dell’attentato alla Coop (individuato in quello avvenuto il primo marzo del 1973) e all’idea di convincere Fumagalli e l’avanguardista Di Giovanni a prendervi parte, come pure si fa riferimento al progetto, confermato da altre fonti, di far rinvenire nelle adiacenze della villa di Giangiacomo Feltrinelli nei pressi di Casale Monferrato una cassetta di esplosivo e parte dei timers residui dalla strage di Piazza Fontana per avvalorare l’attribuibilità della strage a quell'area. La cassetta fu poi rinvenuta in una località dell’appennino ligure subito dopo il fallito attentato al treno Torino-Roma dell’aprile del 1973.

A proposito di questo progetto, l’ex terrorista di destra, Edgardo Bonazzi ha aggiunto un particolare di grande interesse e cioè che tale provocazione era stata personalmente ispirata da Pino Rauti, anch’egli coinvolto nelle prime indagini sviluppatesi a Treviso e a Milano sulla strage e quindi obiettivamente interessato ad azioni diversive che creassero difficoltà all’istruttoria in corso. In carcere, poi, Bonazzi aveva appreso a seguito delle confidenze di Nico Azzi, che Pino Rauti, capo di Ordine Nuovo, era da molto tempo in contatto con i servizi di sicurezza e di conseguenza l’attività di Ordine Nuovo era in qualche modo eterodiretta.

Dallo stesso documento sono ricavabili indicazioni sulle responsabilità per l’attentato alla scuola Italo-Slovena dell’aprile del 1974 (ultimo degli episodi riferiti nell’appunto e l’unico verificatosi quando Azzi era già detenuto), fatto per il quale il Sid tentò una attribuzione alla sinistra, nonostante si collocasse temporalmente in una fase di estrema tensione tra la destra locale e la comunità slovena triestina. Agli atti del servizio è stato infatti ritrovato un appunto, anche questo di pugno di Maletti, nel quale egli fa riferimento ad una "fonte diretta mia" che indica una matrice di sinistra per l’attentato e, riprendendo una nota pervenuta dal centro CS locale, incarica Genovesi di predisporre un appunto in tale senso per il direttore del servizio, consigliandone l’inoltro al Ministero dell'interno.

Altro tema di estrema importanza è quello dell’opera di inquinamento e di ostacolo svolta dai gruppi eversivi e da settori dei servizi per pilotare politicamente gli avvenimenti di quegli anni determinando un deterioramento della situazione dell’ordine pubblico così da alimentare una reazione dell’opinione pubblica nei confronti della sinistra.

Alcuni di essi sono, allo stato, collocabili tra i depistaggi successivi agli eventi e destinati ad impedire che venissero individuati i veri responsabili.

Altri episodi invece dimostrano una volontà di precostituzione di prove a carico della opposta fazione: la strage di piazza Fontana costituisce, in quest’ambito, un capitolo a se’ per la straordinaria gravità dell’evento e per la complessità delle implicazioni, ma lo stesso attentato, già richiamato, in cui rimase ferito Nico Azzi doveva essere attribuito alla sinistra e, per tale ragione, era stata ostentata la copia di "Lotta continua" nella tasca dell’impermeabile dell’attentatore. Alla sinistra doveva essere attribuito anche l’attentato al treno Brennero-Roma, attentato che doveva avvenire presso Bologna e che avrebbe dovuto determinare una situazione di panico generale destinata a sfociare in una richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nel corso della manifestazione della maggioranza silenziosa prevista per il 12 aprile (cinque giorni dopo) a Milano. Lo stesso disegno - cioè la creazione di una situazione di intollerabile allarme e la precostituzione di una situazione favorevole ad iniziative autoritarie - proseguirà peraltro con la campagna di attentati ai treni del 1974 che avrebbe dovuto avere inizio a Silvi Marina (29 gennaio 1974) e svilupparsi in un crescendo di atti delittuosi, alcuni dei quali programmati, altri portati a termine, che doveva tragicamente raggiungere l'acme nello attentato dell’Italicus del 4 agosto.

E' emerso che anche l’attentato avvenuto nel novembre del 1971 e che provocò il danneggiamento delle mura di cinta dell’università Cattolica a Milano, doveva essere attribuito alla sinistra.
 
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