5. I due poli del terrorismo: BR e Autonomia organizzata

Documento aggiornato al 27/12/2004
Il mondo dell'eversione e del terrorismo rosso ruotò fin dalle sue prime manifestazioni attorno a due poli: quello della violenza diffusa, che si cercò di portare nell'interno della illegalità di massa per esaltarne la potenzialità e renderne più gravi gli effetti, e quello dell'organizzazione clandestina chiusa e rigidamente compartimentata, che portava l'attacco allo Stato cercando lo scontro diretto con i suoi apparati.
Le Brigate Rosse hanno tentato di dar vita ad una avanguardia politico-militare che in un primo tempo attuò azioni "esemplari" di propaganda della lotta armata e successivamente, con il rafforzamento e la crescita dell'organizzazione, ha puntato a disarticolare la macchina dello Stato.
I gruppi dell'Autonomia hanno tentato di suscitare la rivolta di massa attraverso le così dette appropriazioni, la guerriglia urbana, gli atti di violenza nei luoghi di lavoro e di studio, senza rinunciare alle azioni più gravi. I gruppi armati che si enuclearono da Autonomia, da Prima Linea ai Nuclei Proletari e alle Formazioni Comuniste Combattenti, attuavano la lotta armata colpendo magistrati, giornalisti, dirigenti di aziende e pretendendo di collegarsi ai "bisogni" delle masse.
I gruppi e i collettivi che si richiamavano all'area della cosiddetta Autonomia Operaia trassero origine da una molteplicità di esperienze e vicende consumatesi tra la fine degli anni sessanta ed il 1977. Indubbiamente contribuì ad ingrossare le fila di Autonomia Operaia lo scioglimento di alcune organizzazioni della cosiddetta "sinistra rivoluzionaria", in particolare Potere Operaio nel 1971 e Lotta Continua nel 1976: sono numerosi e noti i casi di militanti e dirigenti di queste organizzazioni in seguito confluiti nell'area dell'Autonomia Operaia, a volte assumendovi una posizione preminente.
Il gruppo di Sinistra Proletaria, sorto dalla trasformazione del Collettivo Politico Metropolitano, fondato da Curcio, Simioni e Troiano, si organizzò direttamente sul terreno della lotta armata e della clandestinità dando vita alle Brigate Rosse, negli anni 1969-70.
Ma la matrice delle BR e dell'Autonomia, così come i rapporti particolarmente intensi dei primi anni, non valgono ad individuare né le differenze né i tratti comuni, anzi rischiano di appiattire la loro complessa realtà su un orizzonte remoto che non può essere utilizzato se non si coglie l'evoluzione di quei rapporti e di ciascun gruppo ed organizzazione. Le stesse BR, all'origine, erano ben diverse da quelle della seconda metà degli anni '70 a partire dall'assassinio del Procuratore Generale di Genova Francesco Coco.
I procedimenti giudiziari in corso hanno potuto accertare l'esistenza, in tempi diversi, di canali di comunicazione attraverso incontri (Fioroni - Negri - Curcio - Franceschini a Bellagio, Curcio – Bellavita -Scalzone - Fioroni a Milano, ecc.), pubblicazione dei documenti delle BR nei giornali dell'area dell'Autonomia (Rosso), affinità dell'elaborazione ideologica (il concetto di Stato imperialista delle multinazionali elaborato da Antonio Negri, leader di Autonomia, fu ripreso, come è noto, dalle Brigate Rosse), ma non tali da comprovare un rapporto organizzativo permanente.
I numerosi procedimenti pendenti in diverse sedi giudiziarie contro imputati appartenenti all'area e alle organizzazioni dell'Autonomia, al di là dell'eventuale accertamento delle responsabilità penali, indicano lo sviluppo in Italia di almeno due poli della lotta armata, secondo logiche proprie e differenziate, sia pure con elementi di convergenza certamente non secondari.
Obiettivo comune all'Autonomia e alle BR era l'attacco allo Stato democratico e, dal 1976 in poi, alla politica di unità nazionale. Erano tuttavia differenti l'impostazione tattica ed i metodi di lotta.
Le divergenze tra Autonomia e BR non riguardavano né il ricorso alla lotta armata, né la sua importanza strategica, ma il significato politico attribuito ad essa. La lotta armata era per le BR strumento per la costruzione del "partito comunista combattente" e per la conquista del potere politico; per Autonomia fu pratica immediata di "contropotere" e di illegalità di massa.
Tra i due poli vi sono stati momenti di attrazione e di incontro, di "solidarietà militante", ma anche di scontro, di polemiche e di tentativi di reciproca egemonizzazione. Tra i due poli infine si è verificato un continuo passaggio di uomini, nel senso che l'area dell'Autonomia ha rappresentato per le Brigate Rosse la principale fonte di reclutamento.
I cinquantacinque giorni del sequestro di Aldo Moro hanno costituito una pagina importante di questo rapporto.
 
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