La sfinge delle Brigate Rosse. Delitti, segreti e bugie del capo terrorista Mario Moretti
Edito da Kaos Edizioni, 2004
ISBN 887953131X
di Sergio Flamighi
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Da sempre è un enigma. Misteriosa la sua ascesa ai vertici delle Brigate Rosse; qualche alone oscuro anche nel suo breve passato pre-brigatista; ambigui molti dei suoi comportamenti politici nell’area della lotta armata; indecifrabili alcune scelte che porteranno l’organizzazione prima alla sconfitta e poi al disastro: più il tempo passa e meno la figura di Mario Moretti, considerato l’ultimo vero capo delle BR, convince.
Progetta un sequestro esplosivo e poi lo gestisce senza alcun criterio politico; "interroga" un personaggio di eccezionale rilievo come Aldo Moro, ma in realtà lascia che sia "il prigioniero" ad indirizzare il "processo"; ha per le mani materiale scottante e non sa leggerlo; tiene
in scacco lo Stato, ma si fa arrestare per reclutare un militante fasullo. Idiota politico o infiltrato? E in entrambi i casi come ha potuto Mario Moretti restare tanto a lungo al vertice della maggiore formazione terroristica esistita in Italia?
Dubbi e interrogativi. A cui cerca di rispondere, ancora una volta, Sergio Flamigni, diventato ormai il vero "grande vecchio" della storia del terrorismo italiano. E con il passare degli anni Flamigni riesce a mitigare anche il suo eccesso dietrologico che in altri casi lo ha portato quasi sulla soglia del delirio visionario.
Azzecatissimo anche il titolo di questo ennesimo sforzo dell’ex senatore del PCI: La Sfinge delle Brigate rosse. Perché Moretti rappresenta davvero un rebus impenetrabile.
Da sempre è un enigma. Misteriosa la sua ascesa ai vertici delle Brigate Rosse; qualche alone oscuro anche nel suo breve passato pre-brigatista; ambigui molti dei suoi comportamenti politici nell’area della lotta armata; indecifrabili alcune scelte che porteranno l’organizzazione prima alla sconfitta e poi al disastro: più il tempo passa e meno la figura di Mario Moretti, considerato l’ultimo vero capo delle BR, convince.
Progetta un sequestro esplosivo e poi lo gestisce senza alcun criterio politico; "interroga" un personaggio di eccezionale rilievo come Aldo Moro, ma in realtà lascia che sia "il prigioniero" ad indirizzare il "processo"; ha per le mani materiale scottante e non sa leggerlo; tiene
in scacco lo Stato, ma si fa arrestare per reclutare un militante fasullo. Idiota politico o infiltrato? E in entrambi i casi come ha potuto Mario Moretti restare tanto a lungo al vertice della maggiore formazione terroristica esistita in Italia?
Dubbi e interrogativi. A cui cerca di rispondere, ancora una volta, Sergio Flamigni, diventato ormai il vero "grande vecchio" della storia del terrorismo italiano. E con il passare degli anni Flamigni riesce a mitigare anche il suo eccesso dietrologico che in altri casi lo ha portato quasi sulla soglia del delirio visionario.
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