La strage di Bologna e il terrorista sconosciuto. Il caso Ciavardini

Edito da Bietti Edizioni, 2003
377 pagine, € 16,00
ISBN 8882481484

di Gianluca Semprini

Quarta di copertina

La Strage di Bologna compiuta da un minorenne? Si chiama Luigi Ciavardini, pochi lo conoscono. In questo libro racconta la sua vita, la sua brevissima e drammatica carriera da terrorista. A 16 anni è gia in carcere per una rapina. A 17 anni, siamo nel 1980, conosce i Nar di Mambro e Fioravanti. A maggio prende parte all'omicidio dell'agente Evangelista, viene ferito, fugge per l'Italia latitante. Ad ottobre lo arrestano. Viene condannato a 14 anni anche per l'agguato al giudice Mario Amato. Nel 1986 viene tirato in ballo nel processo per la Strage di Bologna. Si proclama, con decisione, innocente. Nel 2000 viene assolto, nel 2002 - in appello - è nuovamente condannato. Secondo i giudici è lui che ha disposto la bomba che il 2 agosto a Bologna ha distrutto 85 vite. Ma è vero? Fra depistaggi e polemiche alla fine la strage l'avrebbero compiuta in tre: Ciavardini, Fioravanti e Mambro. I due capi dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) hanno ammesso tutti loro delitti (insieme sommano 17 ergastoli) ma hanno sempre negato la loro partecipazione alla strage. Li inchioda la dichiarazione di un pentito della Banda della Magliana, Massimo Sparti, che pochi mesi dopo la deposizione si ammala - la diagnosi è di tumore fulminante al pancreas - esce dal carcere, poi scompare. Siamo nel 1981. Oggi è ancora vivo e vegeto. I Nar - secondo l'accusa - sarebbero stata la manovalanza dei servizi segreti deviati e della P2. Alla fine dei processi generali e massoni vengono condannati, ma solo per depistaggio: non si hanno prove del loro ordine stragista. A Bologna avrebbero agito (per la prima volta) da burattini dei poteri deviati. Perché? Se Mambro e Fioravanti hanno il pentito Sparti che li inchioda, Ciavardini sembra avere un'altra colpa: quella di aver dichiarato - sempre: "il 2 agosto ero insieme a Mambro e Fioravanti a Padova. Non a Bologna". Contro di lui c'è solo una deduzione di uno dei tre stupratori del Circeo, Angelo Izzo, e uno strano avvertimento telefonico che nessuno ricorda. E nessuno ha mai indagato su piste alternative a quella "neofascista". 2 agosto 1980, Strage di Bologna: erano passati solo 40 giorni dopo Ustica, la Libia minacciava l'Italia, il nostro paese era crocevia di traffici internazionali di esplosivo. Piste mai analizzate durante 22 anni di inchieste: il più tragico attentato dell'Italia democratica l'avrebbe compiuto un minorenne. Sconosciuto.

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