IH870. Il volo spezzato. Strage di Ustica: le storie, i misteri, i depistaggi, il processo

Edito da Editori Riuniti, 2005
398 pagine, € 18,00
ISBN 8835955955

di Erminio Amelio, Alessandro Benedetti

Quarta di copertina

Una signora in carrozzella che prima di salire sull'aereo confidava: "Morirò, sarà il mio ultimo volo". Una bambina che aveva nello zaino la pagella della promozione, da far vedere ai suoi. Un fisico nucleare che tornava a Palermo dopo aver assistito alla laurea del fratello. C'erano anche loro, dentro l'aereo di Ustica. Perché sono morti? Che cosa è successo in cielo alle ore 20,59 primi e 45 secondi del 27 giugno 1980, quando il DC9 dell'Italia, volo IH870, è scomparso dagli schermi radar? Una gigantesca indagine basata sulle testimonianze e sulle perizie, e poi il processo davanti alla Corte d'Assise, hanno potuto ricostruire gli attimi della caduta dell'aereo e della morte di 81 persone; e hanno scoperto che cosa è successo a terra: chi dubitava, chi sapeva, chi ha taciuto, chi ha depistato. Molte ipotesi sono state spazzate via, migliaia di parole, di voci, di menzogne sono state smentite.
Il pubblico ministero e un avvocato delle vittime, protagonisti del processo, forniscono sulla base degli atti e della sentenza - che questo libro riproduce nella loro stesura testuale - la prima, impressionante, documentata ricostruzione della sera della tragedia dell'aereo di Ustica; e dei giorni delle bugie, che hanno poi cercato di uccidere la verità.
Recensione

Plot 17, plot 12. Due numeri, due codici apparentemente insignificanti ma che avrebbero potuto svelare il mistero di Ustica rendendo giustizia alle 81 vittime della tragedia ed ai loro familiari. Alessandro Benedetti ed Erminio Amelio, rispettivamente avvocato di parte civile e pubblico ministero nel processo per la strage di Ustica, a più di vent’anni dall’abbattimento del DC9 Itavia, ricostruiscono in questo libro le fasi di un processo difficile, con un volume di documenti e perizie fino allora sconosciuto nella storia della Repubblica.
La notte del 27 giugno 1980 qualcuno già sapeva cosa era accaduto al DC9 IH870 dell’Itavia, in volo da Bologna a Palermo. Quel qualcuno sedeva nelle stanze dei radar, indossava una divisa ed era stato incaricato di “confezionare” i tracciati da presentare alla commissione d’inchiesta velocemente istituita dal Ministero dei Trasporti all’indomani della tragedia. Da quei tracciati spariranno quei due codici, indicativi della presenza nei pressi del DC9 di almeno un altro velivolo, pochi secondi prima il volo di linea sparisse per sempre inabissandosi nel Tirreno. L’aereo Itavia non era solo quella sera sopra il cielo di Ustica, ma questo la politica, l’unica che poteva accertare una verità così dura e difficile, ufficialmente non saprà mai nulla da coloro che erano chiamati a servire le istituzioni. La voce narrante di questo volume, Alessandro Benedetti, ripercorre le modalità di un simile depistaggio dando anche la propria versione sui “perché” di un atto così vile e guidandoci, infine, nella lettura della sentenza per eccellenza, che riuscì, dopo più di vent’anni a non condannare senza assolvere nessuno.

Roberto Bortone

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