Il coraggio della speranza. 100 pagine di don Puglisi
Edito da Città Nuova, 2005
112 pagine, € 6,50
ISBN 8831142917
di Giuseppe Bellia
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
La vita di don Pino Puglisi, di cui oggi si torna a parlare grazie al film Alla luce del sole di Roberto Faenza, è stata una vita ordinaria, povera di fatti e di avvenimenti. Ordinato sacerdote nel 1960, si distinse subito per il suo impegno a favore della povera gente; divenuto cappellano di un orfanotrofio, si dedica all’educazione dei giovani, sperimentando forme pedagogiche innovative e fuori le righe. Il suo ricordo è soprattutto legato agli ultimi tre anni della sua vita trascorsi nel quartiere Brancaccio di Palermo, uno dei luoghi più difficili della città perché nella morsa della mafia. Qui, l’attenzione di don Puglisi si rivolge in particolare al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, lottando per riportare nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. È un’opera instancabile alla quale dà tutto se stesso, testimoniando fino alla morte, avvenuta per mano della mafia, il 15 settembre 1993, il coraggio della sua speranza. Dopo soli sei anni, il 15 settembre del 1999 si insedia il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del suo martirio.
La vita di don Pino Puglisi, di cui oggi si torna a parlare grazie al film Alla luce del sole di Roberto Faenza, è stata una vita ordinaria, povera di fatti e di avvenimenti. Ordinato sacerdote nel 1960, si distinse subito per il suo impegno a favore della povera gente; divenuto cappellano di un orfanotrofio, si dedica all’educazione dei giovani, sperimentando forme pedagogiche innovative e fuori le righe. Il suo ricordo è soprattutto legato agli ultimi tre anni della sua vita trascorsi nel quartiere Brancaccio di Palermo, uno dei luoghi più difficili della città perché nella morsa della mafia. Qui, l’attenzione di don Puglisi si rivolge in particolare al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, lottando per riportare nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. È un’opera instancabile alla quale dà tutto se stesso, testimoniando fino alla morte, avvenuta per mano della mafia, il 15 settembre 1993, il coraggio della sua speranza. Dopo soli sei anni, il 15 settembre del 1999 si insedia il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del suo martirio.
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