Da APCom del 21/03/2006

ALPI/ TAORMINA: MACCHINA DISINFORMAZIONE DI NUOVO IN MOTO

"Come previsto e prevedibile, a venti giorni dalla chiusura dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta la macchina della disinformazione si è rimessa in moto, sparando menzogne a palle incatenate nel giorno dell'anniversario dell'uccisione dei due giornalisti italiani la cui memoria continua ad essere ridicolizzata da chi non si vergogna di utilizzare la loro morte come fonte di immeritato prestigio e carriera". E' quanto afferma in una nota Carlo Taormina, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. "Ciò che scandalizza in un Paese che si presume democratico - prosegue - è che il servizio pubblico televisivo, nella fattispecie Rai 3 e la sua testata giornalistica, si presti ancora a veicolare patentate falsità, che in Commissione non hanno trovato sponda neppure presso l'opposizione di sinistra, senza alcuna possibilità di contraddittorio. Se il Tg3, come si evince dal servizio andato in onda ieri sera, nutre ancora dubbi in merito all'autenticità della vettura sulla quale furono uccisi Ilaria e Miran, può chiedere lumi al consulente della famiglia Alpi, che ha sottoscritto in pieno la perizia della Polizia scientifica; oppure può domandare ai commissari della sinistra, che dopo aver controllato passo dopo passo le modalità di acquisizione della Toyota, uno dopo l'altro hanno espresso nel balipedio della Polizia di stato il loro apprezzamento per il lavoro svolto". "Quanto alla testimonianza del sultano di Bosaso, che secondo Tele-Kabul sarebbe stata trascurata dalla Commissione, - sostiene ancora Taormina - il Tg3 farebbe bene a mandare in onda integralmente il passaggio in cui lo stesso sultano racconta di aver ricevuto da Maurizio Torrealta l'offerta di una 'fantastica remunerazione' qualora avesse accusato l'ingegner Mugne del duplice omicidio, e insulti nel momento in cui ha rifiutato tale offerta. Nello speciale 'Primo piano' andato in onda nella tarda serata di ieri, poi, l'ex deputata Ds nonché consulente della Commissione, e dunque vincolata al giuramento di riservatezza, si è incautamente fatta immortalare dalle telecamere mentre declamava passaggi del resoconto stenografico, che il giornalista conduttore aveva appena specificato non essere ancora pubblico. Non bisogna essere laureati in legge per comprendere le possibili conseguenze di tale gesto. Senza contare - prosegue il presidente della Commissione - che la Grainer ha accuratamente omesso di riportare il passaggio in cui il sultano si è detto certo che Ilaria e Miran a Bosaso non avessero scoperto un bel niente, altrimenti non sarebbero ripartiti vivi. Non solo: la consulente ha evitato di notare che se, come riferito dal sultano, quelle relative ai presunti traffici illeciti erano voci di popolo raccolte qua e là, nulla può esservi di più lontano da 'scoop' giornalistici e segreti inconfessabili alla cui divulgazione sarebbe stata preferibile la uccisione dei due giornalisti".

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