Da mondoacolori.org del 12/09/2006
PIGNERO, DALL' ARRESTO DI CURCIO AL RAPIMENTO ABU OMAR
Servizi segreti: morto Gen. Gustavo Pignero del Sismi
Fonte: GRNews
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E' morto ieri pomeriggio a Roma il generale Gustavo Pignero, capo dipartimento del Sismi, il servizio segreto militare. Era malato da tempo e le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. Il generale Pignero era indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sul sequestro, da parte della Cia, a Milano, dell'imam Abu Omar. Nei suoi interrogatori aveva sempre ribadito la correttezza del proprio operato e del Sismi.
Un finale di carriera amaro per il generale Gustavo Pignero, capo Dipartimento del Sismi, morto ieri a Roma, dopo una lunga malattia. Finito nel tritacarne dell' inchiesta per il rapimento di Abu Omar, Pignero ha subito anche l'onta degli arresti domiciliari - concessi per motivi di salute, visto che era gia' malato - disposti dalla procura di Milano il 5 luglio scorso. Oltre 30 anni fa, da capitano dei carabinieri, contribui' all' arresto dei leader brigatisti Renato Curcio ed Alberto Franceschini.
L' accusa, per Pignero e per il suo successore nel ruolo di direttore delle operazioni del servizio segreto militare, Marco Mancini, e' concorso in sequestro di persona. All' epoca della 'extraordinary rendition' dell' imam egiziano a Milano, il 17 febbraio 2003, il generale Pignero era responsabile dei centri Sismi del Nord Italia. Mancini e Pignero, sempre secondo l'accusa, avrebbero collaborato al sequestro, anche sostituendo i capi dei centri Sismi di Milano e Trieste per rendere piu' agevole l' operazione.
Per i due alti dirigenti del Sismi la restrizione della liberta' e' durata poco piu' di una settimana. Anche durante i giorni passati ai domiciliari, comunque, a Pignero era stata concessa la possibilita' di recarsi ovunque ne avesse bisogno per le sue cure, senza l'obbligo di accompagnamento. Un rapporto, quello tra Mancini e Pignero, che ha conosciuto momenti controversi fino all'utilizzo, da parte dei difensori del primo, della registrazione di un colloquio tra i due fatta dallo stesso Mancini all'insaputa del suo interlocutore. Era il 2 giugno scorso ed il cerchio della procura milanese intorno a Mancini sembrava stringersi.
Il direttore del dipartimento del Sismi chiede quindi un incontro Pignero e ne registra le risposte alle sue domande. Dalla conversazione emergerebbe che sarebbe stato il direttore del servizio, Nicolo' Pollari, a consegnare a Pignero un elenco di nomi tra i quali quello di Abu Omar. Una busta che Pollari avrebbe ricevuto dall' ex responsabile della Cia in Italia, Jeff Castelli.
Non si sa cosa Pollari abbia detto a Pignero, ma e' certo che quest'ultimo si reco' da Mancini per spiegargli che gli americani volevano prendere l'ex imam e che quindi bisognava cooperare con la Cia nell'operazione. Passati due giorni Mancini, dopo aver disposto accertamenti antiterrorismo su Abu Omar (mai comunicati alla Cia), si rifiuta di eseguire l'ordine impartito da Pignero. In sostanza, il capo del controspionaggio del Sismi risponde al generale che non se ne fa niente, perche' ''non siamo in Sud America''. Pignero avrebbe riferito il rifiuto a Pollari e quest' ultimo si sarebbe dichiarato d'accordo nel chiudere la vicenda.
Il generale Pignero era gia' salito agli onori delle cronache negli anni '70, quando, stretto collaboratore del generale Dalla Chiesa, era capitano nel Nucleo speciale antiterrorismo dei carabinieri di Torino. Era stato proprio Pignero a trattare l' infiltrazione nelle Brigate rosse di Silvano Girotto, il cosiddetto 'Frate Mitra', che l' 8 settembre 1974, a Pinerolo (Torino), condusse gli uomini dell' Arma all' arresto di Curcio e Franceschini. Proprio su quegli arresti si sviluppo' pero' una polemica, perche' sfuggi' alla cattura l' altro leader brigatista, Mario Moretti. Girotto, infatti, aveva incontrato anche Moretti e tutti i suoi incontri con i brigatisti erano stati fotografati (cosa confermata anche dal gen. Dalla Chiesa), ma le foto di Moretti non sono mai comparse negli atti della vicenda. Questa ricostruzione e' stata confermata il 10 febbraio 2000 dallo stesso Girotto in un' audizione in commissione stragi.
Un finale di carriera amaro per il generale Gustavo Pignero, capo Dipartimento del Sismi, morto ieri a Roma, dopo una lunga malattia. Finito nel tritacarne dell' inchiesta per il rapimento di Abu Omar, Pignero ha subito anche l'onta degli arresti domiciliari - concessi per motivi di salute, visto che era gia' malato - disposti dalla procura di Milano il 5 luglio scorso. Oltre 30 anni fa, da capitano dei carabinieri, contribui' all' arresto dei leader brigatisti Renato Curcio ed Alberto Franceschini.
L' accusa, per Pignero e per il suo successore nel ruolo di direttore delle operazioni del servizio segreto militare, Marco Mancini, e' concorso in sequestro di persona. All' epoca della 'extraordinary rendition' dell' imam egiziano a Milano, il 17 febbraio 2003, il generale Pignero era responsabile dei centri Sismi del Nord Italia. Mancini e Pignero, sempre secondo l'accusa, avrebbero collaborato al sequestro, anche sostituendo i capi dei centri Sismi di Milano e Trieste per rendere piu' agevole l' operazione.
Per i due alti dirigenti del Sismi la restrizione della liberta' e' durata poco piu' di una settimana. Anche durante i giorni passati ai domiciliari, comunque, a Pignero era stata concessa la possibilita' di recarsi ovunque ne avesse bisogno per le sue cure, senza l'obbligo di accompagnamento. Un rapporto, quello tra Mancini e Pignero, che ha conosciuto momenti controversi fino all'utilizzo, da parte dei difensori del primo, della registrazione di un colloquio tra i due fatta dallo stesso Mancini all'insaputa del suo interlocutore. Era il 2 giugno scorso ed il cerchio della procura milanese intorno a Mancini sembrava stringersi.
Il direttore del dipartimento del Sismi chiede quindi un incontro Pignero e ne registra le risposte alle sue domande. Dalla conversazione emergerebbe che sarebbe stato il direttore del servizio, Nicolo' Pollari, a consegnare a Pignero un elenco di nomi tra i quali quello di Abu Omar. Una busta che Pollari avrebbe ricevuto dall' ex responsabile della Cia in Italia, Jeff Castelli.
Non si sa cosa Pollari abbia detto a Pignero, ma e' certo che quest'ultimo si reco' da Mancini per spiegargli che gli americani volevano prendere l'ex imam e che quindi bisognava cooperare con la Cia nell'operazione. Passati due giorni Mancini, dopo aver disposto accertamenti antiterrorismo su Abu Omar (mai comunicati alla Cia), si rifiuta di eseguire l'ordine impartito da Pignero. In sostanza, il capo del controspionaggio del Sismi risponde al generale che non se ne fa niente, perche' ''non siamo in Sud America''. Pignero avrebbe riferito il rifiuto a Pollari e quest' ultimo si sarebbe dichiarato d'accordo nel chiudere la vicenda.
Il generale Pignero era gia' salito agli onori delle cronache negli anni '70, quando, stretto collaboratore del generale Dalla Chiesa, era capitano nel Nucleo speciale antiterrorismo dei carabinieri di Torino. Era stato proprio Pignero a trattare l' infiltrazione nelle Brigate rosse di Silvano Girotto, il cosiddetto 'Frate Mitra', che l' 8 settembre 1974, a Pinerolo (Torino), condusse gli uomini dell' Arma all' arresto di Curcio e Franceschini. Proprio su quegli arresti si sviluppo' pero' una polemica, perche' sfuggi' alla cattura l' altro leader brigatista, Mario Moretti. Girotto, infatti, aveva incontrato anche Moretti e tutti i suoi incontri con i brigatisti erano stati fotografati (cosa confermata anche dal gen. Dalla Chiesa), ma le foto di Moretti non sono mai comparse negli atti della vicenda. Questa ricostruzione e' stata confermata il 10 febbraio 2000 dallo stesso Girotto in un' audizione in commissione stragi.
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