Da Il Tempo del 19/11/2006

Caso Moro, le figlie accendono il dibattito «a distanza»

di ALESSIA FREDA LATINA

Si torna a parlare del caso Moro. Ad accendere il dibattito ci hanno pensato, seppur a distanza, le figlie dello statista ucciso nel 1978 dopo 55 giorni di prigionia. Agnese, a Latina in occasione del convegno Se ci fosse luce, ha incontrato per la prima volta Alberto Franceschini (fondatore insieme a Renato Curcio delle Brigate Rosse) e ha regalato ai presenti un ritratto umano del presidente della Democrazia Cristiana: «Era semplicemente mio padre, quello che mi portava l’acqua la sera quando ero a letto, quello che non era capace di aggiustare una lampadina e che, quando era lontano da casa, ci ricordava sempre di spegnere il gas. Era un tipo riservato e, quando andavamo al mare a Terracina, scendeva in spiaggia con la giacca e la cravatta». Da un lato, quindi, una città, Latina, che non vuole dimenticare e che ad Aldo Moro dedica persino uno spettacolo teatrale, curato dal regista pontino Giancarlo Loffarelli e in scena dal 6 all’8 febbraio al D’Annunzio. Dall’altro Maria Fida che, all’epoca della strage di via Fani, aveva 31 anni. Ospite di Tg2 Dieci Minuti, il rotocalco di attualità condotto da Maurizio Martinelli, a un’ora di distanza dal convegno pontino, ha acceso nuovamente il dibattito in occasione dell’uscita del libro I silenzi degli innocenti di Antonio Fasanella. Un testo che vuole dare voce a chi non l'ha mai avuta. Anzi, a coloro cui è stata, in mille modi, negata. Solo i carnefici sono stati chiamati a testimoniare su quei terribili anni. L'Italia, rischia di essere l'unico Paese al mondo dove paradossalmente la storia la si lascia scrivere dagli ex terroristi. Avvicinando le vittime (scampati o sopravvissuti a stragi e attentati) e i loro familiari, si ascoltano così racconti di delusioni, di solitudine e di disinteresse da parte delle Istituzioni. «Avrei preferito morire anch’io in quell’attentato - ha dichiarato Maria Fida Moro - La mia vita è cambiata da quel giorno, così come quella di mio figlio. L’Italia ha ignorato l’anniversario della strage di Nassiriya? Non è stato il Paese a ignorarlo, ma le Istituzioni che mal lo rappresentano».

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