E' ancora lontana la parola fine dalla tragedia del Moby Pince, il traghetto che il 10 aprile 1991 si scontrò al largo del porto di Livorno con una petroliera, incidente nel quale morirono 140 persone. Nei giorni scorsi, infatti, la procura di Livorno ha acquisto l'attività informativa svolta dai servizi segreti del Sisde sull'incidente. Il procuratore non ha però voluto rivelare quale sia il contenuto della documentazione acquisita, limitandosi a precisare che si tratta "dell'attività informativa svolta dal servizio in seguito all'incidente". Nelle scorse settimane gli investigatori livornesi hanno effettuato anche molti interrogatori e tra le persone ascoltate c'é anche Alessandro Massari, il perito chimico esplosivistico che per primo parlò della possibilità che a bordo del Moby Prince vi fosse stata una bomba nascosta nel locale delle eliche di prua. "Laddove ci fossero novità concrete sui fatti oggetto di indagine, il primo a scendere in campo al fianco dei familiari delle vittime nella ricerca della verità sarebbe il comune di Livorno", queste le parole del sindaco labronico, Alessandro Cosimi, che oggi ha presentato le iniziative per commemorare il sedicesimo anniversario del disastro. "Dalla nuova indagine - ha aggiunto Loris Rispoli, presidente del Comitato Moby Prince 140, che riunisce alcuni parenti delle vittime - ci aspettiamo risposte e un altro processo e siamo pronti a chiedere alle forze politiche di sostenerci come mai hanno fatto finora nella nostra battaglia per arrivare alla verità".