Al processo in corso a Bologna per l'omicidio del consulente del lavoro Marco Biagi, ucciso nel capoluogo emiliano il 19 marzo del 2002, le parti civili richiederanno risarcimenti per oltre 14 milioni di euro.

Lo hanno riferito fonti legali, nell'ambito del procedimento che domani vedrà il pm Paolo Giovagnoli chiedere le condanne per i cinque imputati.

La parola passerà poi alle parti civili, che quantificheranno il danno chiedendo i risarcimenti, indicati per ora ufficiosamente in 6-7 milioni di euro per la famiglia, rappresentata dall'avvocato Guido Magnisi.

Il legale ha annunciato una successiva causa civile contro il ministero dell'Interno per la mancata scorta a Biagi, che era stato più volte minacciato

L'Avvocatura dello Stato, rappresentata dall'avvocato Gianfranco Zito -- per la presidenza del Consiglio, il ministero dell'Interno e quello del Lavoro -- è orientata a chiedere 6,9 milioni di euro, mentre il Comune di Bologna, parte civile come l'Università di Modena, intende chiedere di definire il risarcimento in separata sede.

Dopo le prossime udienze per l'arringa dei difensori, la camera di consiglio per la corte è prevista a partire dal 30 maggio.

Per il delitto, la "pentita" delle nuove Brigate Rosse Cinzia Banelli è stata già condannata in primo grado a 16 anni di reclusione, al termine di un processo con rito abbreviato.

Imputati per l'omicidio Biagi sono i brigatisti Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma, Nadia Blefari Melazzi e Simone Boccaccini.