Si è presentato oggi, per la prima volta in aula, alla terza udienza del processo alle 'talpe' della Procura di Palermo, il maresciallo dei carabinieri Giorgio Riolo, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Oggi, il maresciallo del Ros, accusato di essere uno dei personaggi chiave del processo, è agli arresti domiciliari.
I suoi legali, durante le udienze preliminari, hanno sempre sostenuto che il loro cliente fosse affetto da una grave forma di depressione. Assente invece il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, uno dei 13 imputati del dibattimento. Il pm, Maurizio de Lucia, sta ascoltando in aula il primo teste chiamato dall'accusa, Francesco Buffa, dipendente di Villa Santa Teresa, la clinica di proprietà dell'imprenditore Michele Aiello, altro perno attorno cui ruota il processo. Secondo i magistrati Aiello sarebbe stato per anni prestanome del boss latitante Bernardo Provenzano.
E Riolo, proprio mentre era in servizio al Ros, lo avrebbe avvertito di alcune indagini antimafia riguardanti lo stesso imprenditore.Francesco Buffa, si occupava delle ricette dei pazienti ammalati di tumore costretti a sottoporsi a cicli di radioterapia. Per il pm di Palermo, 3 degli imputati, i medici Lorenzo Iannì, Salvatore Oliveri e Michele Giambruno, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ''con raggiri'' avrebbero truffato la Usl 6 di Palermo ''attraverso pratiche rimborsate più volte''. Nell'udienza di oggi dovrebbero essere ascoltati altri 8 testi, tra cui rappresentanti di polizia giudiziaria.