Da mondoacolori.org del 12/11/2005
Il convegno
"Il giornalismo che non muore" a Bologna
Viaggio nell'inchiesta attraverso la storia di 14 inviati”
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La mostra “Il giornalismo che non muore” sbarca a Bologna.
Ideata dal Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi di Riccione, la mostra è dedicata a 14 giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro, fortemente voluta per offrire un ulteriore tributo al giornalismo d'inchiesta e d'approfondimento, fatto con coraggio, scrupolo investigativo ed onestà delle proprie opinioni.
Enzo Baldoni, Maria Grazia Cutuli, Ilaria Alpi, Mario Francese, Guido Puletti, Giancarlo Siani, Walter Tobagi, Carlo Casalegno, Giuseppe "Pippo" Fava, Beppe Alfano, Antonio Russo, Mauro De Mauro, Giovanni Amendola e Piero Gobetti vengono ricordati attraverso fotografie e scritti. Ogni pannello offre uno sguardo sul percorso professionale ed esistenziale e cerca, insieme alle fotografie, di essere un ricordo degli esempi importanti che queste figure furono per il loro tempo.
In collaborazione con il Dipartimento di Discipline della Comunicazione , l’Ordine dei giornalisti Emilia –Romagna, il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, la mostra resterà aperta al pubblico dal 3 al 15 Dicembre presso gli spazi espositivi dell’ Alma Mater Studiorum di San Giovanni in Monte.
La volontà di portare la mostra a Bologna si inquadra nel desiderio di rendere questo lavoro itinerante e di avvicinarlo agli studenti.
Per dare spazio a tutte le questioni e le domande che questi temi possono suscitare, si è così deciso di creare tre momenti di riflessione, due dei quali dedicati alla mafia. Di mafia oggi poco si parla, pur essendo ancora così presente nel nostro Paese. Di mafia si sono occupati molti giornalisti e non solo. Magistratura e società civile da sempre lottano per debellarla.
Dopo l’uccisione del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno, i ragazzi calabresi sono tornati a far sentire la loro voce di protesta.
Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri è stato invitato, in collaborazione con il Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, a raccontare la realtà della Locride e dell’attività che la cooperativa “La valle del Bonamico” svolge sul territorio per strappare i giovani alla mafia.
Un momento di dibattito e riflessione invece verrà destinato al giornalismo d’inchiesta, nelle sue problematiche e possibilità attuali.
Per ultimo, non meno importante, si vuole entrare nelle scuole e presentare in due istituti superiori bolognesi il film “Ilaria Alpi-il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani e
“ E io ti seguo” su Giancarlo Siani di Maurizio Fiume, per raccontare due storie di quotidiano impegno ai giovani.
“Il giornalismo che non muore” è stato il filo conduttore dell’XI edizione del Premio Ilaria Alpi, tenutasi a Riccione dal 1 al 4 Giugno 2005. Il Premio Ilaria Alpi è dedicato alle inchieste televisive. Nasce nel 1995 in nome della giornalista di Rai Tre Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio nel 1994 insieme al cameraman Miran Hrovatin. Ogni anno per non dimenticare il giornalismo appassionato e deciso di Ilaria la premiazione dei migliori servizi televisivi è accompagnata da dibattiti, incontri, film e mostre.
La mostra “Il giornalismo che non muore” è stata realizzata con il contributo redazionale dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia e grazie ai familiari, le associazioni, le fonti di informazione che ricordano ancora, a distanza di anni, ogni giornalista, nel profondo solco che ognuno ha lasciato in vita. Si è voluto sottolineare la volontà di denuncia, analisi e indagine che accomuna i 14 protagonisti di questa mostra, nonostante le ideologie spesso divergenti che sottesero al loro lavoro.
Uno sguardo sulla mostra:
www.ilariaalpi.it/premio/gallerie/mostra_01/index.html
Ideata dal Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi di Riccione, la mostra è dedicata a 14 giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro, fortemente voluta per offrire un ulteriore tributo al giornalismo d'inchiesta e d'approfondimento, fatto con coraggio, scrupolo investigativo ed onestà delle proprie opinioni.
Enzo Baldoni, Maria Grazia Cutuli, Ilaria Alpi, Mario Francese, Guido Puletti, Giancarlo Siani, Walter Tobagi, Carlo Casalegno, Giuseppe "Pippo" Fava, Beppe Alfano, Antonio Russo, Mauro De Mauro, Giovanni Amendola e Piero Gobetti vengono ricordati attraverso fotografie e scritti. Ogni pannello offre uno sguardo sul percorso professionale ed esistenziale e cerca, insieme alle fotografie, di essere un ricordo degli esempi importanti che queste figure furono per il loro tempo.
In collaborazione con il Dipartimento di Discipline della Comunicazione , l’Ordine dei giornalisti Emilia –Romagna, il patrocinio del Comune di Bologna e dell’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, la mostra resterà aperta al pubblico dal 3 al 15 Dicembre presso gli spazi espositivi dell’ Alma Mater Studiorum di San Giovanni in Monte.
La volontà di portare la mostra a Bologna si inquadra nel desiderio di rendere questo lavoro itinerante e di avvicinarlo agli studenti.
Per dare spazio a tutte le questioni e le domande che questi temi possono suscitare, si è così deciso di creare tre momenti di riflessione, due dei quali dedicati alla mafia. Di mafia oggi poco si parla, pur essendo ancora così presente nel nostro Paese. Di mafia si sono occupati molti giornalisti e non solo. Magistratura e società civile da sempre lottano per debellarla.
Dopo l’uccisione del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno, i ragazzi calabresi sono tornati a far sentire la loro voce di protesta.
Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri è stato invitato, in collaborazione con il Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, a raccontare la realtà della Locride e dell’attività che la cooperativa “La valle del Bonamico” svolge sul territorio per strappare i giovani alla mafia.
Un momento di dibattito e riflessione invece verrà destinato al giornalismo d’inchiesta, nelle sue problematiche e possibilità attuali.
Per ultimo, non meno importante, si vuole entrare nelle scuole e presentare in due istituti superiori bolognesi il film “Ilaria Alpi-il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini Orgnani e
“ E io ti seguo” su Giancarlo Siani di Maurizio Fiume, per raccontare due storie di quotidiano impegno ai giovani.
“Il giornalismo che non muore” è stato il filo conduttore dell’XI edizione del Premio Ilaria Alpi, tenutasi a Riccione dal 1 al 4 Giugno 2005. Il Premio Ilaria Alpi è dedicato alle inchieste televisive. Nasce nel 1995 in nome della giornalista di Rai Tre Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio nel 1994 insieme al cameraman Miran Hrovatin. Ogni anno per non dimenticare il giornalismo appassionato e deciso di Ilaria la premiazione dei migliori servizi televisivi è accompagnata da dibattiti, incontri, film e mostre.
La mostra “Il giornalismo che non muore” è stata realizzata con il contributo redazionale dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia e grazie ai familiari, le associazioni, le fonti di informazione che ricordano ancora, a distanza di anni, ogni giornalista, nel profondo solco che ognuno ha lasciato in vita. Si è voluto sottolineare la volontà di denuncia, analisi e indagine che accomuna i 14 protagonisti di questa mostra, nonostante le ideologie spesso divergenti che sottesero al loro lavoro.
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