Da La Repubblica del 09/02/2006
S´inaugura in Trastevere una rassegna dedicata a diciassette grandi gialli dal dopoguerra fino agli anni ‘90
"Roma in nera", il delitto in mostra
Storie maledette, dalla Montesi alla contessa Alberica
Dal caso di Antonio Graziosi, accusato di aver ucciso la moglie il 21 ottobre del 1945 (uno dei primi grandi gialli del dopoguerra) alla faida sanguinosa della Banda della Magliana, dall´affaire Wilma Montesi, trovata morta a Ostia l´11 aprile del ‘53 che coinvolse politici e personaggi della "Roma Bene" alla cupa tragedia di Anna Casati Stampa, dal "gran guignol" del Canaro della Magliana fino all´omicidio, ancora senza colpevole, di Alberica Filo della Torre. Una città che cambia e si racconta attraverso diciassette storie maledette di cronaca, un modo del tutto inedito per seguire le evoluzioni del costume, dell´opinione pubblica, della stampa.
S´intitola "Roma in Nera" la mostra che viene inaugurata oggi, alle 18, al Museo di Roma in Trastevere di piazza Sant´Egidio 1b, una carrellata di sangue e mistero di quasi cinquant´anni, illustrati con grandissima efficacia tra foto, spesso inedite, titoli di quotidiani e settimanali (indimenticabili quelli della "Settimana Incom") e approfondimenti multimediali. Un´ora di filmati proiettati ogni giorno nella saletta del museo (un ex convento con un delizioso chiostro interno), una rassegna sul noir italiano programmata al Filmstudio dal 25 febbraio al 19 marzo e serate di approfondimento condotte da grandi nomi come Corrado Augias e Carlo Lucarelli. Curata da Alessandra Sette, la mostra ha il tono asciutto ed efficace della cronaca nera. Ogni storia (non necessariamente un giallo visto che compaiono anche il caso Moro e il massacro del Circeo) è raccontata in modo succinto ma esauriente, mai tedioso, e inserita nel contesto storico, con un´appendice sull´impatto che la vicenda ha suscitato, a suo tempo, nell´opinione pubblica. Indagini in bianco e nero, quando il test del Dna era ancora fantascienza pura, le inchieste si facevano a naso (e, all´occorrenza, a schiaffoni), le prostitute venivano definite "mondane" e la gente era pronta a dividersi in innocentisti e colpevolisti con la stessa foga con cui oggi si segue il derby o il tormentone del "Grande Fratello".
«L´idea di base è quella di raccontare la cronaca nera in modo più sofisticato, agganciandola a un contesto culturale ma senza dimenticare che il delitto genera sempre passioni primarie in cui tutti, in qualche modo, ci identifichiamo - spiega l´assessore Gianni Borgna che ha avuto l´idea, assolutamente nuova sia in Italia che in Europa - vedremo come reagirà il pubblico». Le splendide foto d´epoca, alcune delle quali provenienti dall´archivio di grandi fotoreporter come Giovanni Daco e i filmati dell´Istituto Luce o di Rai Educational valgono, da sole, la modestissima spesa del biglietto (4,50 euro, ridotto 3 euro). La mostra resta aperta fino al 2 aprile, orario: martedì-domenica dalle 10 alle 20.
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