SISMI

Servizio Informazioni e Sicurezza Militare − Italia

Data insediamento ufficiale: 22 maggio 1978.

Sede operativa: Forte Braschi, Via Gioacchino VEntura, 00167 Roma. (Tel: Centralino - Ministero della Difesa - 06/46911).

Sede legale: Palazzo Baracchini, Via XX Settembre, Roma.

PRIMA DIVISIONE:
Divisione Difesa (ex Reparto "D" del SID).
Sicurezza militare e controspionaggio.

SECONDA DIVISIONE:
Divisione Ricerca (ex Reparto "R" del SID). Spionaggio all'estero.

TERZA DIVISIONE:
Divisione Analisi Situazione (ex Reparto "S" del SID). Elaborazione e analisi dati raccolti dalla 1a e 2a Divisione.

Il SISMI è coordinato dal CESIS.

Dallo scioglimento del SID sino all'insediamento ufficiale del SISMI la situazione del servizio segreto militare è confusa.

1° Direttore
Gennaio 1978: Generale Giuseppe Santovito. Vice: Generale Abelardo Mei.
Direttore della 2a Divisione: Generale Giovanni Romeo che dal 30 novembre 1975 ha diretto il reparto "D" del SID.

2° Direttore
Agosto 1981: Generale Ninetto Lugaresi.

3° Direttore
Aprile 1984 sino al 26 febbraio 1991: Ammiraglio Fulvio Martini.

1987
Armi, istruttori, apparecchiature tecnologiche da utilizzare nella caccia ai terroristi di Sendero Luminoso che minacciano il Governo peruviano. Questi sono gli aiuti, costati complessivamente 5 miliardi, che il SISMI fa arrivare a Lima attraverso strade e sistemi irregolari. C'è infatti il sospetto che il piano di aiuti sia attuato senza la necessaria autorizzazione del CIIS (Comitato per l'Informazione e la Sicurezza) e senza tenere conto delle norme che regolano il traffico internazionale di armi.
Fulvio Martini - sempre ben accetto - diventa persona non gradita nell'agosto 1990 al Presidente dei Ministri, Giulio Andreotti, per il caso Orfei. Orfei, ex collaboratore di De Mita, pare sia stato una spia al soldo di Praga, ma è - allo stato dei fatti - da dimostrare. Martini forse non sarà più riconfermato nella carica per la sesta volta e cioè nel febbraio 1991.

22 ottobre 1990
Con quattro mesi di anticipo Andreotti congeda Martini, Andeotti ha ufficialmente comunicato ai membri istituzionali del Consiglio Supremo della Difesa (Presidente della Repubblica, Ministri, della Difesa, Interni, Esteri, Bilancio, Tesoro, Industria, i Capi di Stato Maggiore delle tre Armi) che dal 26 febbraio il nuovo Direttore del SISMI sarà il Generale Giuseppe Alessandro D'Ambrosio che, nella stessa riunione, è stato nominato Segretario del Consiglio Supremo della Difesa. Il "cambio" sta avvitando polemiche, sospetti e malizione connessioni in un clima surriscaldato dal caso Moro. La decisione di Andreotti è ineccepibile. Dopo otto anni a Forte Braschi si cambia. Gli ultimi dodici mesi sono stati durissimi. Hanno visto l'Ammiraglio Martini schierarsi contro i servizi americani, inglesi e francesi, es entrare più volte in rotta di collisione con Andreotti. Con il Presidente del Consiglio lo scontro è stato durissimo e soprattutto pubblico. Martini escluse ad Andreotti che l'avvocato bolognese Roberto Montorzi avesse mai avuto legami con il Servizio e tanto riferì il Capo del Governo alle Camere, salvo essere smentito pochi giorni dopo da una vecchia deposizione dell'ex Capo del controspionaggio Notarnicola Pasquale.
Martini negò al giudice di Venezia Casson di avere a disposizione documentazione sulla struttura parallela della NATO. Andreotti, interrogato, lo sconfessò autorizzando il magistrato a prendere visione delle carte direttamente a Forte Braschi. Andreotti attribuì al direttore del SISMI la responsabilità di avere inviato alla magistratura il dossier Orfei che accusava il politologo di essere una spia dei servizi segreti di Praga. Martini precisò di avere avuto l'ordine da Palazzo Chigi. Fu Craxi che lo chiamò al SISMI il 27 aprile 1984.
Martini - triestino, classe 1923 - aveva avuto fiducia senza condizioni su una poltrona caldissima che aveva visto di gestione in gestione i suoi ospiti sospettati di inquinamento, accusati di inefficienze, sempre pesantemente incriminati, qualche volta addirittura in galera.
Giovanni De Lorenzo schedò i politici del governo e dell'opposizione e finì nei guai. Vito Miceli fu arrestato per storie legate al terrorismo. Gianadelio Maletti evitò le manette soltanto perché fuggì in Sud Africa. Giuseppe Santovito divenne il simbolo dell'infiltrazinoe della P2 nel tessuto istituzionale. Al contrario di De Lorenzo, Miceli, Maletti e Santovito, le cinque nomine dell'ammiraglio si sono succedute senza polemiche, senza grandi clamori, senza nessun veto incrociato dei partiti di maggioranza e dell'opposizione.
La grande pace del SISMI è durata fino al 1990, quando l'ex capo del controspionaggio Ambrogio Viviani, ora deputato radicale - "Martini non si è rassegnato a passare per fesso". E' andato alla Commissione Stragi e, accusato di reticenza, ha replicato chiaro e tondo che il SISMI ha le carte in regola, i servizi alleati "con la loro insincerità, no. Ed ha chiarito:"Il DC9 di Ustica è stato centrato, cinquanta probabilità su cento, o da un missile USA o da uno francese".
Nella stessa audizione ha rincarato la dose contro gli americani: "Il leader libico Gheddafi ha finanziato la campagna elettorale del presidente George Bush". Forse anche per ricucire i rapporti con gli Stati Uniti è stato scelto il Generale di Corpo d'Armata, Giuseppe Alesandro D'Ambrosio, attualmente Comandante della Regione Militare Centrale, dopo essere stato Direttore Generale della motorizzazione e dei combustibili, definito "buon amico di Washington".

28 novembre 1990
Il Generale D'Ambrosio resta nell'ombra e l'Ammiraglio Martini continua a rappresentare il SISMI. Si viene a sapere che il Capo di Sato Maggiore del SISMI, Generale Paolo Inzerilli, è il comandante dell'Operazione Gladio. Inzerilli, in data odierna, dichiara sciolta Gladio.

30 novembre 1990
Muore a Roma Vito Miceli. Una quindicina di giorni prima stava benissimo ed aveva deposto, per la questione Gladio, a Venezia davanti al Giudice Casson.

26 febbraio 1991
L'Ammiraglio Fulvio Martini lascia, per fine mandato, la direzione del SISMI. Per ora lo sostituirà, ad interim, l'attuale Vice Direttore, Generale Lucarini. Gli aspiranti alla carica di Direttore sono: Generale Giuseppe D'Ambrosio, Generale Goffredo Canino (attuale capo di Stato Maggiore dell'Esercito), Generale Luigi Ramponi (attuale Comandante della Guardia di Finanza), Generale Antonio Viesti (attuale Comandante dell'Arma dei Carabinieri).

12 luglio 1991
Il Generale di Corpo d'Armata Luigi Ramponi assume la Direzione del SISMI al posto dell'Ammiraglio Fulvio Marini. La notizia è data con un comunicato, di cinque riche, da Palazzo Chigi. Il comunicato annuncia: "Il Ministro della Difesa, Virginio Rognoni, nomina Direttore del Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (SISMI) il Generale Luigi Ramponi". Il Generale Ramponi prenderà servizio al SISMI il 1° settembre 1991.

20 agosto 1991
Il Ministro della Difesa, con uno stringatissimo comunicato, annuncia che il Generale di Corpo d'Armata Luigi Ramponi si insedia in data odierna alla direzione del SISMI. Ramponi lascia il Comando Generale della Guardia di Finanza in via Sicilia a Roma con un sollecito anticipo a seguito dell'avvenuto colpo di stato in Unione Sovietica e del precipitare della situazione interna in Jugoslavia e per prevenire altre invasioni di profughi dalle coste albanesi. Ramponi, a quanto si dice, è anche stato nominato Direttore del SISMI per meglio controllare la spesa dei fondi neri, per suggerire un eventuale ristrutturazione del servizio e per "rinfrescare" gli addetti a libro paga.

Settembre 1991
Il budget per gli stipendi è di 135 miliardi. Dallo scoppio dello scandalo Gladio l'incasso della quota budget non avviene più annualmente ma ogni due mesi, La circostanza testimonia la crisi in cui si dibatte il servizio. La legge continua a non obbligare il servizio a dar conto di come spende il denaro ricevuto. Gli uffici e l'archivio della VII Divisione del SISMI sono ospitati nel carcere militare di Forte Boccea.

Si chiude così l'anno più lungo per gli 007 di casa nostra. Dodici mesi di guerra, un lungo rosario di battaglie, risse e zuffe. L'Ammiraglio Martini contro Giulio Andreotti a suon di reciproche smentite per il caso Orfei ed il caso Gladio. Andreotti, preferendo in alcune occasioni un'agenzia privata di investigazioni ha delegittimato pubblicamente il SISMI. Si è svolta una faticosa corsa di candidati all'ambita e rognosa poltrona. Giuseppe Alessandro D'Ambrosio, candidato fortissimo ma con troppe ombre, è stato mandato al rogo. Il mondo politico, almeno ufficialmente, tira finalmente un respiro di sollievo. Pare che siano tutti contenti, anche i socialisti. Unica voce dissonante è quella di Ambrogio Viviani: ieri capo del controspionaggio militare; oggi deputato della Repubblica, prima con i radicali, adesso con i missini.

17 gennaio 1992
Attività dei servizi relativa al secondo semestre del 1991, presentata alla Camera dei Deputati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giulio Andreotti.
I nuovi obiettivi dell'eversione: contenere le celebrazioni colombiane per ridestare sentimenti antiamericani e antimperialisti. Nel coordinamento-dati le cellule eversive sfruttano reti di computer in tempo reale.
Il terrorismo interno si riorganizza e, d'intesa con i gruppi del terrore internazionale, ha un obiettivo ben preciso: la contestazione delle celebrazioni colombiane, organizzate per ricordare i 500 anni della scoperta dell'America, per "rinvigorire sentimenti antiamericani ed antimperialisti". L'allarme era già stato lanciato, qualche mese fa, dal segretario del PSI, Bettino Craxi.
Oggi i gruppi eversivi hanno individuato una nuova arma. Il coordinamento tra le diverse cellule corre sul filo del computer. Sono state scoperte reti telematiche che "consentono ai vari gruppi a livello europeo di scambiarsi informazioni e notizie in tempo reale".
Nonostante il crollo del comunismo, quindi, le formazioni "antagoniste" nel nostro Paese sono tutt'altro che morte e cercano di inserirsi in associazioni pacifiste, ambientaliste, ecologiste, nel mondo della scuola e dell'università. Il tentativo di pervenire, comunque, ad un unico fronte di lotta si è concretizzato soprattutto nell'organizzazione di convegni, dibattiti interni e nello sfruttare le tensioni con ambienti politici.

Penetrazione economica
L’attenzione del SISMI è stata rivolta alla costituzione di attività finanziarie e di istituti di credito, attraverso i quali potrebbero essere riciclati i proventi di attività illecite. Esiste inoltre una rete societaria di intermediazione nordafricana operante a livello europeo e con insediamenti anche sul territorio nazionale, finalizzata all’acquisizione di materiali e tecnologie “sensibili” e all’autofinanziamento dei servizi informativi.

Ex URSS ed Est Europeo
Sono anche in evidenza i “pericoli derivanti da sempre possibili svolte autoritarie e conflitti civili” nelle repubbliche nate dal dissolvimento dell’Unione Sovietica. C’è poi il rischio della frammentazione del potenziale nucleare e quindi della proliferazione di materiali radioattivi ed armi chimiche. Ulteriore serio pericolo: la fuga di cervelli (scienziati e tecnici) soprattutto nel settore nucleare, verso Paesi a rischio, in particolare dell’area mediorientale. Negli ultimi sei mesi la nostra attività di controspionaggio ha portato all’identificazione di undici agenti dell’Est in Italia e di novanta all’estero. Tra gli aspetti più insidiosi dell’ingerenza dell’Est nel nostro paese, il SISMI segnala: “Campagne scandalistico-disinformative condotte dalla stampa alternativa al fine di alimentare sentimenti antistituzionali”.

Islam
Il fondamentalismo islamico (oltre ad alimentare il terrorismo internazionale) nel Nord Africa rappresenta un rischio per l’Occidente in quanto potrebbe minacciare le grandi vie di comunicazione e l’accesso alle “riserve strategiche” (anche perché è molto aumentata la nostra dipendenza dal metano algerino e dell’ex URSS). Dopo la guerra del Golfo, inoltre, tutta “la regione mediorientale sembra più agguerrita” rispetto a ieri e le possibilità di reviviscenze belliche non sono del tutto tramontate poiché, finito il miraggio di una rapida pax nell’intera area, i governi hanno riempito gli arsenali”.

Criminalità organizzata
All’impegno anticrimine degli Stati “si contrappone un sistema criminale efficiente, capace di produrre e muovere ingenti flussi di droga, armi e denaro sporco sfruttando al meglio ogni area di crisi, come si sta verificando nell’est europeo.

Immigrazione
Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, il 10 novembre 1991 gli extracomunitari in Italia erano 724.435, ma il processo di integrazione socioculturale, che appare indispensabile per la salvaguardia delle esigenze di sicurezza, è lontano dall’essere compiuto.

21 luglio 1992
Il Comitato Interministeriale per le Informazioni e la Sicurezza (CIIS), presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuliano Amato, licenzia in tronco il Generale Luigi Ramponi e nomina Direttore il Generale di Divisione Cesare Pucci. La nomina è ratificata dal Consiglio dei Ministri. L’azzeramento del vertice è dovuto a motivi politici ed include aspetti punitivi. Da alcuni mesi il SISMI ha dimostrato una grave carenza informativa, insieme con lacune ed impreparazioni.

14 ottobre 1992
Nel 1987 il SISMI inviò armi, apparecchiature tecnologiche ed istruttori in Perù per contrastare i terroristi di Sendero Luminoso. C’è sempre stato il sospetti che l’operazione fosse irregolare. E oggi, la preoccupazione torna alla ribalta a seguito di una interrogazione parlamentare dei deputati Russo Spena, Galante, Dorigo e Bacciardi rivolta al Presidente del Consiglio ed ai Ministri degli Esteri e del Commercio con l’Estero. Nella Operazione Lima, come la definiscono gli stessi parlamentari di Rifondazione Comunista, si sono imbattuti per primi i giudici della Procura Militare di Padova, Benedetto Roberti e Sergio Dini, titolari fino al 24 febbraio scorso dell’inchiesta sulla legittimità di Gladio, l’organizzazione segreta di uomini armati guidati dai nostri “servizi” che il Parlamento ha a lungo disconosciuto. Dini e Roberti, otto mesi fa, hanno perso però la titolarità dell’indagine, finita alla procura militare di Roma, dove se ne è persa traccia. A raccontare del piano di aiuti deciso nel 1987 a sostegno del governo peruviano del Presidente Garcia è stato l’Ammiraglio Fulvio Martini (allora Direttore del SISMI). Comparso in qualità di testimone davanti ai giudici Dini e Roberti, l’Ammiraglio Martini (inquisito invece dal giudice Casson proprio per la vicenda Gladio) ha rivelato ai giudici militari di Padova l’Operazione Lima. Si trattò, a quanto pare, di un vero e proprio regalo da cinque miliardi al Presidente Garcia, allora impegnatissimo nella caccia al professor Guzman, il leader di Sendero Luminoso, catturato in Perù un mese e mezzo fa e già condannato all’ergastolo. Dall’Italia furono inviati in Perù mezzi sofisticatissimi: ponti radio, sensori a raggi infrarossi, giubbotti antiproiettile ed una quantità imprecisa di pistole Beretta imbarcata non si sa su quale aereo partito da Roma coperto dal segreto. A Lima, secondo quanto è trapelato, arrivarono anche uomini dei servizi segreti italiani appartenenti ad una speciale sezione facente parte proprio a Gladio. Inoltre furono consegnate agli uomini del Presidente Garcia diverse auto blindate di fabbricazione tedesca da assegnare al servizio di protezione dello stesso presidente peruviano. Un’ultima fornitura riguarda una quantità imprecisa di giubbotti antiproiettile fabbricati da una ditta di Milano, identificata dai giudici militari di Padova che erano arrivati ad un passo dall’ottenere una copia del contratto.

28 Dicembre 192
Il direttore del servizio segreto militare, generale Cesare Pucci, si reca in Somalia, con un aereo Falcon del Cai, per incontrare il generale Aydid ed il presidente ad interim Ali Mahadi. Gli incontri si svolgono a Mogadiscio e la visita dura meno di 24 ore. Pucci è accompagnato da alcuni ufficiali del SISMI e da alcuni funzionari degli Esteri. L’aereo del generale Pucci compare sulla pista dell’aeroporto di Mogadiscio poco dopo le 11; lo attendono due Campagnole della Folgore, cariche di paracadutisti e Carabinieri del Tuscanica. Il piccolo convoglio si mette in movimento immediatamente; l’aereoporto è nella zona sud della città, per cui il capo dei servizi segreti italiani fa la sua prima sosta nel quartier generale di Aydid, che regna su questa parte di Mogadiscio. Il palazzo bunker del generale sorge più o meno all’altezza del sesto chilometro della strada per Afgoi, a poche centinaia di metri dalla sede del Conoco, la multinazionale del petrolio che ospita l’ambasciatore americano Robert Oakley. Successivamente si è recato nel quartier generale di Ali Mahadi. Conclude la serata nella palazzina in stile coloniale che ospita il comando del contingente italiano, dove incontra i responsabili dei servizi di sicurezza americani.
 
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�Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realt� � una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere)�... [Leggi]
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