LURD
Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia − Liberia
In un Paese diviso tra cattolici e musulmani, In molti hanno bollato il movimento come musulmano, riconoscendo nei metodi applicati dal LURD (mutilazioni, violenze, distruzioni) l'applicazione di precetti coranici, trasponendo in ciò uno schema fortemente in uso, soprattutto dopo i tragici avvenimenti dell'autunno scorso, quando l'uso della violenza è diventato sinonimo di appartenenza al mondo islamico. E', d'altronde evidente come la propaganda possa giuocare un ruolo molto importante nel definire la natura di un movimento. Anche l'elemento etnico è stato utilizzato per delineare la natura del movimento ribelle, anche se non sembra esservi un preciso legame con alcuna delle molte etnie presenti nel Paese (Kpelle, Bassa, Gio, Kru, Grebo, Mano, Krahn, Gola, Gbandi, Loma, Kissi, Vai e Bella. Esse formano il 95% della popolazione, mentre il restante 5% è diviso tra discendenti dei primi coloni e popolazioni di antica provenienza congolese), né, tantomeno, il movimento trova grande appoggio presso la popolazione civile, avvezza da tempo (e oramai disillusa!) alle lusinghe di guerriglieri ed ideologi. Si è pertanto fatta largo l'ipotesi che dietro la nuova ondata di violenze vi sia una regia occulta, che alcuni fanno risalire allo stesso presidente Taylor. I motivi di ciò sono ben individuabili. Già nell'estate del 1997 il Presidente Arap Moi del Kenya fu accusato di aver fomentato i disordini scoppiati nel sud del Paese contro il suo stesso governo. Allora si addusse che Moi aveva cercato di accrescere il consenso verso la propria figura in un momento in cui lo stesso stava scemando e Moi stava per perdere le redini del controllo nei confronti dei propri "sudditi". Oggi la stessa accusa viene rivolta a Taylor, anche alla luce delle prossime elezioni presidenziali che potrebbero costituire ben più di una semplice sfida elettorale per il Presidente liberiano.