La diaspora dei militanti
All'ombra dell'ultimo sole
Documento aggiornato al 07/02/2005

La giustizia italiana ha tentato inutilmente di ottenere l'estradizione dell'ex brigatista rosso, ma la legge nicaraguense vieta che un proprio cittadino venga deportato in un altro paese per scontare una condanna, specie se inflitta per reati con connotazioni politiche.
A Managua lavora ancora oggi Alessio Casimirri, nome di battaglia "Camillo". Non conosce la durezza delle carceri speciali, degli interrogatori, delle percosse delle guardie carcerarie. Vive in una bella casa al dodicesimo chilometro della Cerretera sur.

A Via Fani il ruolo di Casimirri fu quello di autista di una delle autovetture utilizzate nell'agguato, quella che doveva impedire alle auto della scorta di uscire dall'imbuto creato dai brigatisti. Si tratta di una mansione strettamente logistica. "Al termine dell'azione raccoglie le armi utilizzate e le riporta al sicuro insieme a Raimondo Etro e Alvaro Lojacono. Da quel momento Casimirri è clandestino anche se gli investigatori non conoscono ancora il suo nome.
Dopo la lunga scia di sangue il vertice brigatista decide di trasferire Casimirri a Napoli per guidare la colonna campana. Rita Algranati deve rimanere a Roma, lontana dal marito. Per un clandestino significa interrompere ogni rapporto." (1)
Annotazioni − 1) Cfr. Daniele Biacchessi, Vie di Fuga, Mursia 2004