Da La Repubblica del 06/12/2006

Il consulente della Mitrokhin elenca al telefono i premi per il suo lavoro. I silenzi del Sismi che sapeva tutto

"Berlusconi mi ha promesso un alto incarico internazionale"

Scaramella intercettato mentre preparava un dossier contro Prodi

di Giuseppe D'Avanzo

È un'ipervalutazione del personaggio ritenere Mario Scaramella il solitario artefice - megalomane, vanaglorioso, inguaribilmente bugiardo e fanfarone - della trappola che si è a lungo progettata contro Romano Prodi nella "Commissione Mitrokhin". Il candidato premier dell'Unione doveva essere presentato, a pochi mesi dal voto di aprile, come "un agente del Kgb".

Le frottole di Mario Scaramella non avrebbero fatto molta strada se non avessero potuto far leva sul ruolo istituzionale di Paolo Guzzanti, presidente della commissione d'inchiesta; sul prestigio dell'ex procuratore di Napoli, Agostino Cordova; sul silenzio del Sismi che, allarmato dai Servizi inglesi, pur sapendo quale machiavello combinava a Londra Scaramella, ha taciuto come sempre. Nella conversazione telefonica del 28 gennaio 2006 con Mario Scaramella, abbiamo visto come Paolo Guzzanti (vedi Repubblica, 1 dicembre 2006) sollecitasse, con modi anche bruschi, il suo consulente a trovargli almeno le "prove" che Prodi fosse "coltivato dal Kgb", utilizzando la testimonianza dell'ex colonnello del Kgb, riparato in Inghilterra, Oleg Gordievskij. Nonostante Scaramella ammetta che Gordievskij non può dir nulla del fantomatico agente "perché non è accaduto", perché non è vero. Allora Paolo Guzzanti, come ricorderete, consiglia al suo cacciatore di fango di metterla giù così: "In quella cosa si dice, "[Prodi è] il nostro uomo?". E quello dice "Yes!". Punto e basta. Non voglio sapere altro".

Tre giorni prima, il 25 gennaio 2006, Scaramella spiega con chiarezza a Perry, un misterioso amico californiano, il progetto e, soprattutto, svela che il "dirty job" gli procurerà, come promette Berlusconi, un prestigioso incarico internazionale, dal quale - Scaramella rassicura Perry - potrà ancora aiutare "l'organizzazione". Quale organizzazione? Non si sa. Come non è ancora del tutto chiaro se il fantasioso consulente conservi da qualche parte documenti non consegnati alla commissione. A Repubblica, lunedì scorso, ha smentito di averne ("Ho consegnato tutto alla commissione"). A Perry confessa di non aver consegnato tutto e di custodirne ancora segretamente, in attesa di pubblicarli. A Porta a Porta, ieri sera, nuova versione: Scaramella ha ammesso di avere documenti "non attinenti al mio mandato di consulente della commissione" anche se connessi ai rapporti Mosca-Roma. Chissà. Ecco, dunque, la chiacchierata con Perry (25 gennaio, ore 23.55.52, durata 23 minuti e 39 secondi).

Scaramella: Pronto?
Perry: Mario?
Scaramella: Scusami, Perry, scusami di nuovo. Grazie molto per aver richiamato. Be', qui si lavora molto. Ho appena finito la giornata in parlamento. Siamo vicini alle elezioni, è tutto molto caotico. Ho diverse notizie (...) Ecco cosa è successo. Primo: la lettura di alcuni documenti che abbiamo raccolto alla ECPP (Enviromental crime prevention program) da un grande generale, Gordievskij: ho scoperto tutte le informazioni riguardanti il candidato presidente Prodi, in Italia, che in passato è stato presidente dell'Unione Europea. Prodi: lo conosci?
Perry: Naturalmente.
Scaramella: Lui è menzionato da Gordievskij come un agente del Kgb. Così io l'ho contattato di nuovo, ho la registrazione del colloquio con Gordievskij, e insieme a Gordievskij c'era anche Lou Palumbo, (ex poliziotto newyorchese, apparentemente legato all'intelligence Usa), così ho il testimone e anche la registrazione. Gli ho mandato una lettera, per chiedergli se potevo usare quel colloquio, e lui mi ha comunicato altri dettagli: mi ha detto che Prodi è conosciuto da due diversi Dipartimenti (il quinto dipartimento e il servizio A, che è il servizio delle misure attive, il servizio clandestino e altro), così io ho informato il Primo Ministro, ho informato Berlusconi su questo. E ora lui sta organizzando la sua campagna su questo. Così ho chiesto qualcosa ... non in cambio, ma gli ho detto che sarei stato attaccato, esposto, perciò per completare quest'indagine volevo essere sicuro che avremmo ricevuto qualcosa dal governo, e ho chiesto tre cose possibili: uno come vice-assistente segretario generale della Nato. Oppure posso fare il direttore delle operazioni per l'Ufficio delle Nazioni Unite a Vienna, che è l'ufficio che si occupa di sostanze stupefacenti, dello spazio, e un paio di altre cose: il posto è D1 o D2, ossia direttore generale della Nazioni Unite. Il terzo posto è meno prestigioso, ma può essere strategico per noi, è il direttore di tutti gli affari legali della S. I. S tec. (...) Comunque... Mi accordo con loro, mi hanno offerto prima di tutto un posto in parlamento, ma ho detto di no, considerando che ci sarà una robusta campagna contro di me, quando dirò tutte le informazioni su di lui (Prodi), e preferisco andare in un posto migliore fuori dall'Italia, in un'organizzazione internazionale, naturalmente rispetterò anche l'impegno con l'ECPP, perché non è solo il mio lavoro, ma lavoro dell'organizzazione.

(...) Infine, noi (la commissione Mitrokhin) chiuderemo in meno di una settimana. Noi chiuderemo il Parlamento in due settimane, ma in meno di una settimana conoscerò la loro proposta. Sembra che sia vicino il momento per fare qualcosa di diverso. (...) Pensiamo di presentare tutti i documenti che non sono mai stati depositati (in Commissione). Ho tutto io in mano! Ora, considerando che queste persone (Gordievskij, Bukovskij, gli altri) sono tutti scrittori, noi pensiamo che per noi a livello politico è meno pericoloso presentare i suoi documenti (di Prodi) proprio come letteratura: opere inedite di questi scrittori protette dall'organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale. Così, noi le presenteremo alla ECPP, alla sua Sezione Documentaria (...) così siamo protetti dall'organizzazione che tutela la proprietà intellettuale e molto meno esposti politicamente: Prodi non può dire che siamo dediti allo spionaggio contro... a livello internazionale: per evitare uno scandalo a questo livello, ci andremo cauti, diremo solo che stiamo raccogliendo memorie inedite di autori per poi pubblicarle: così noi passiamo al parlamento qualcosa che è letteratura. Per noi è molto utile.
Perry: Ti devi occupare della politica italiana.
Scaramella: Sì, sono un esperto della politica italiana. Oggi sono stato tre ore dal presidente Andreotti, te lo ricordi?
Perry: Sì, certo.
Scaramella: Tre ore con lui, ho tanto materiale, lui mi sta aiutando, ma io ho aiutato lui perché l'ECPP ha tanto colloqui segreti fra lui e Gorbaciov, e gli hanno detto: "Presidente Andreotti, che cosa dobbiamo fare con queste cose?", e lo stiamo studiando insieme, lui mi sta aiutando su tutta la linea, ogni giorno abbiamo incontri ad alto livello, e penso che (ride) ... possiamo sopravvivere, diciamo. Se Berlusconi vuole, posso ottenere personalmente degli incarichi ad altissimo livello...
Perry: Potresti andare al gabinetto del Ministro.
Scaramella: Il problema è che molto probabilmente Prodi vincerà queste elezioni. Anche se faremo questo attacco, lui vincerà le elezioni. Così ciò che possiamo fare è andare adesso alle Nazioni Unite o alla Nato e dimenticare l'Italia per alcuni anni. Comunque io mi sto organizzando per usare nel modo migliore queste informazioni.

Ventiquattro ore dopo questo colloquio, il 26 gennaio, alle ore 19.23 e 49 secondi, Scaramella si accorda con Agostino Cordova su come cucinare, secondo canoni formali accettabili, uno scandalo prima politico, e poi penale. I due discutono per dieci minuti e 11 secondi. Come si leggerà nell'intercettazione, appare sufficientemente chiaro che entrambi sono consapevoli di due circostanze. Primo: Gordievskij non sa nulla di Prodi e quel che gli metteranno in bocca non sembra attendibile, ma sarà utile soltanto a un processo politico. Secondo: i due danno per scontato che Berlusconi protegga la loro iniziativa, al punto da poter tenere sotto controllo l'intelligence politico-militare, il Sismi, in difficoltà con i "cugini" inglesi che appaiono molto infastiditi dalle manovre provocatorie di Scaramella.

Cordova: "Per l'altra faccenda, ne abbiamo discusso ieri di quel tizio straniero là".
Scaramella: "Certo".
Cordova: "... Bisogna farla uscire. Le vie sono quattro: o quel tizio scrive direttamente alla commissione, no?".
Scaramella: "Certo!".
Cordova: "... o si fa la relazione, però proviamo in modo (parola incomprensibile) non so, o siccome furono acquisite così informalmente, si potrebbe andare al Tribunale dei Ministri e segnalare il fatto...".
Scaramella: "Benissimo!".
Cordova: "... Vista l'incompetenza per tutto il resto. O la quarta via: si può autorizzare come fonte confidenziale... una persona seria della polizia, dei carabinieri, o possono riferire la fonte confidenziale (parola incomprensibile): non riteniamo di fare il nome, abbiamo appreso questo e quest'altro".
Scaramella: "No, ma qui noi ci assumiamo tutte le responsabilità. Sia il generale Gordievskij, sia io... Si tratta di trovare l'interlocutore pronto a svilupparla, la questione. E' una persona che non la nasconde, ma la sviluppa. E per sentire formalmente la...".
Cordova: "Sì, ma questo qua ai fini penali... Ma ai fini di spiegare tutte le... i pasticci che hanno fatto... questa è risolutiva perché ... che io lo desumo che è una mia illazione, però con fatti concreti e lo posso dimostrare. E cioè che tutto questo (parola incomprensibile) la sostituzione di, come si chiama, Siracusa... (parola incomprensibile) o fatti che loro sapevano benissimo che sarebbe stato trasmesso nel dossier, che sapevano il contenuto. Ma, addirittura, secondo queste dichiarazioni (parola incomprensibile) le cose si aggraverebbero molto di più. E solo che questo bisogna farlo subito".
Scaramella: "Certo".
Cordova: "Converrebbe scegliere una delle quattro vie".
Scaramella: "Io sto aspettando un'indicazione del Presidente del Consiglio (Berlusconi ndr.) perché per questo...".
Cordova: " (parola incomprensibile) lo fa subito e poi si scioglie".
Scaramella: "Eh, è tutto perso".
Cordova: "Non possiamo fare niente. Dico: o scrive il Tizio e già ai fini della Commissione per te è un elemento valido, no? Ai fini della commissione e poi, ovviamente, si trasmette o si fa una relazione dicendo quando faceva parte dei Corpi, occasionalmente...".
Scaramella: "E' uscita questa informazione".
Cordova: "... Sono venuto eccetera, questo, questo e quest'altro o la terza cosa: si va, non alla Procura, al Tribunale dei Ministri e si dice la stessa cosa o, se intanto, vuole uscire allo scoperto, come fonte confidenziale".
Scaramella: "Va bene".
Cordova: " (parola incomprensibile) non possono poi non tenerne conto, solo che poi se si interroga il Tizio può darsi che dica che ne aveva già parlato, ma a noi, questo, che ce ne frega?".
Scaramella: "Certo".
Cordova: "Mi dispiace, dico, qua io non posso entrare perché non conosco i fatti, se no, mi sarei assunto io, ma non per altro, non faccio questioni, no, dopo quello che è successo me ne frego di tutto, voglio dire. Solo che non... volentieri l'avrei fatto, ma non mi posso (parola incomprensibile)".
Scaramella: "Poi quello che potremmo fare appena il Presidente del Consiglio (Berlusconi ndr.) dà un'indicazione dell'effettiva, come dire, volontà di... di sviluppare almeno sotto la sua protezione questa informazione, potremmo andare anche assieme subito a Londra. Io ho già la missione autorizzata a parlare con questo generale (Gordievskij ndr.)".
Cordova: "Cosa c'entrerebbe il Presidente del Consiglio?".
Scaramella: "E' che chiaramente, in questo momento, siccome è lui che fa... io ho avuto la protesta del Sismi su questa mia attività. Quindi se lui...".
Cordova (ride): "E si deve capire la protesta".
Scaramella: "Eh, il Sismi si è lamentato che io ho fatto pressioni su questo generale (Gordievskij ndr.)".
Cordova: "Che significa fare pressioni? Se fare pressioni è indurre a dire una cosa per un'altra o indurre a dire cose che non voleva dire".
Scaramella: "No, loro dicono che siccome questo generale (Gordievskij) non sa nulla sull'Italia ed è sotto protezione degli inglesi, un italiano che da lui cerca l'impossibile - perché Gordievskij non saprebbe nulla sull'Italia a quanto loro affermano - dà fastidio e quindi loro hanno protestato".
Cordova: "Ma che c'entra... voglio dire".
Scaramella: "Sono fesserie, Presidente!".
Cordova: "Sò fatti: sappia o non sappia niente dell'Italia, fatti che riguardano l'Italia, se poi sono veri o non sono veri questo si accerterà a parte. Resta il fatto che lui lo dice. Se è in malafede, poi si può sempre dimostrare che è in malafede".
Scaramella: "Presidente, grazie della sua telefonata!".

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