L'Italia vista dalla Cia 1948-2004

Edito da Laterza, 2005
365 pagine, € 18,00
ISBN 8842075833

di Paolo Mastrolilli, Maurizio Molinari

Quarta di copertina

Dal secondo dopoguerra all'Iraq, passando per Gladio, il rapimento Moro, le Brigate Rosse, l'attentato a Giovanni Paolo II, i retroscena dei partiti, la Guerra del Golfo, la Lega Nord, la discesa in campo del fondatore della Fininvest, il Kosovo e l'accordo Berlusconi-Bush dopo l'11 settembre: gli agenti della Cia e i diplomatici del Dipartimento di Stato hanno commentato e spedito dispacci a Washington sulla politica italiana e i suoi protagonisti. Una controstoria del nostro paese che ha il sapore dello spionaggio, una spy-story tutta vera, conservata negli archivi federali finalmente desecretati.
Recensione

Forse gli appassionati di Spy Stories saranno rimasti delusi nel leggere questo libro, ma il lavoro svolto dai due corrispondenti dagli Stati Uniti del quotidiano “La Stampa”, è decisamente interessante e attento.
Nel libro, “L’Italia vista dalla CIA” edito da Laterza, i due giornalisti, partendo dai documenti resi pubblici dall’Archivio Federale del College Park del Meryland, parlando con i testimoni diretti e soprattutto consultando il National Security Archive di Washington, ripercorrono tutti gli avvenimenti principali della nostra storia contemporanea (dalla strage di Ustica a quella della stazione di Bologna, da Tangentopoli all’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino, dall’elezione di Giovanni Paolo II alla stagione del terrorismo, fino al secondo governo Berlusconi), citando e commentando i rapporti degli analisti della CIA che, dall’Italia, quasi quotidianamente tra la fine della seconda guerra alla caduta del muro di Berlino, venivano inviati per informare l’amministrazione americana sugli sviluppi di ogni vicenda internazionale.
L’intenzione del volume sembra non essere, quindi, quella di svelare o provare le trame segrete dell’alleato d’oltreoceano né l’impegno attivo della più grande agenzia di spionaggio internazionale, quanto quella di descrivere l’attenzione che gli USA hanno avuto rispetto alle sorti del nostro Paese.
Nel libro è assente insomma la lente della dietrologia che talvolta spiega ma talvolta distoglie. Siamo piuttosto di fronte ad un lungo lavoro d’archivio, ad una cronaca degli eventi fatta da un occhio privilegiato. Spesso gli autori delle lettere e dei dispacci sono ambasciatori o comunque analisti molto vicini ai politici nostrani, altre volte le fonti dei documenti restano anonime.
Leggendo il libro è lampante che la massima preoccupazione degli americani fosse quella di impedire l’ingresso al potere del più grande partito comunista occidentale, tanto che alle prime elezioni libere del ‘48 la CIA, oltre ad appoggiare, soprattutto economicamente, la Democrazia Cristiana, si dichiarerà pronta anche ad un colpo di stato pur di non accondiscendere al fatto che i comunisti raggiungessero il governo della penisola.
Certo, lo dicono gli stessi autori, alcuni documenti sono ancora secretati e forse contengono le prove delle cosiddette Cover Actions, dei giochi sporchi che gli americani hanno pianificato e messo in atto qui da noi come in altri paesi con i loro 007 operativi.

Gavino Pala

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