Dimenticati all'inferno. Un carabiniere nei lager sovietici 1942-1946
Edito da Mursia, 2009
214 pagine, € 16,00
ISBN 9788842540359
di Dante Carnevale
Libro presente nelle categorie:
Quarta di copertina
Dei 52 carabinieri della 56ª Sezione Motorizzata partita per il fronte russo nel novembre del 1942 solo uno tornò dalla prigionia: il brigadiere Dante Carnevale. Dopo quattro anni passati nei lager sovietici, viene rimpatriato nel marzo del 1946. Per i prigionieri italiani l'orrore comincia con l'estenuante cammino verso le linee russe subito dopo la cattura, che avrebbe portato gran parte di quei soldati a morire di fame, di freddo e di malattie, se non uccisi a raffiche di mitra per snellirne il numero; poi il viaggio in treno verso il lager, in un vagone blindato e mai aperto per un mese. E infine la prigionia, tra sofferenze fisiche e psichiche che li segnarono per tutta la vita nel corpo e nell'animo, con l'illusione di un intervento da parte del governo italiano dopo la Liberazione e la consapevolezza di essere stati dimenticati dalla patria, all'inferno. Persino il ritorno a casa è amaro: anziché festeggiare i reduci la gente inscena proteste sventolando bandiere rosse e la burocrazia militare nega aiuti e riconoscimenti. Trentadue anni dopo, di getto, con tragico realismo, il carabiniere Dante Carnevale scrive le sue memorie, ora raccolte dal figlio con alcuni documenti dell'epoca.
Dei 52 carabinieri della 56ª Sezione Motorizzata partita per il fronte russo nel novembre del 1942 solo uno tornò dalla prigionia: il brigadiere Dante Carnevale. Dopo quattro anni passati nei lager sovietici, viene rimpatriato nel marzo del 1946. Per i prigionieri italiani l'orrore comincia con l'estenuante cammino verso le linee russe subito dopo la cattura, che avrebbe portato gran parte di quei soldati a morire di fame, di freddo e di malattie, se non uccisi a raffiche di mitra per snellirne il numero; poi il viaggio in treno verso il lager, in un vagone blindato e mai aperto per un mese. E infine la prigionia, tra sofferenze fisiche e psichiche che li segnarono per tutta la vita nel corpo e nell'animo, con l'illusione di un intervento da parte del governo italiano dopo la Liberazione e la consapevolezza di essere stati dimenticati dalla patria, all'inferno. Persino il ritorno a casa è amaro: anziché festeggiare i reduci la gente inscena proteste sventolando bandiere rosse e la burocrazia militare nega aiuti e riconoscimenti. Trentadue anni dopo, di getto, con tragico realismo, il carabiniere Dante Carnevale scrive le sue memorie, ora raccolte dal figlio con alcuni documenti dell'epoca.
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