Si sono chiusi stasera in Burundi i seggi per l’elezioni di circa 3.000 consiglieri comunali, nella prima giornata elettorale di una serie di consultazioni che dovrebbe chiudere 12 anni di guerra civile con la transizione democratica. Secondo la locale missione dell’Onu la giornata è stata caratterizzata da violenze in almeno 260 degli oltre 6.000 seggi sparsi in tutto il Paese; il bilancio è di un elettore ucciso e 17 feriti, tra cui un ‘casco blu’ sudafricano del contingente di pace. Entro stasera la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) dovrebbe decidere se e quando ripetere il voto nelle circoscrizioni dove si sono registrate violenze. Intanto, la stessa Ceni ha fatto sapere che alle ore 18:00 locali, come previsto, si sono concluse le operazioni di voto, sorvegliate da oltre 20.000 tra soldati, poliziotti e militari dell’Onu. Gli incidenti verificatisi da questa mattina “sono circoscritti e concentrati nei dintorni della capitale Bujumbura, e più precisamente nella zona di Bujumbura Rural” aveva detto alla MISNA durante la giornata il portavoce della missione Onub, Penangnini Toure. I consiglieri comunali dovranno ora eleggere i senatori, mentre il voto per i deputati si terrà il 4 luglio; gli eletti nei due rami del Parlamento designerà il nuovo capo di Stato il 19 agosto. La guerra, iniziata nel 1993, ha provocato almeno 300.000 vittime, in gran parte civili. Lo scorso 15 maggio l’ultimo gruppo armato del Burundi, le Forze di liberazione nazionale (Fnl) ha sottoscritto una tregua temporanea con le autorità, ma negli ultimi giorni si erano registrati alcuni scontri tra ribelli ed esercito regolare soprattutto sulle colline intorno a Bujumbura, dove oggi si sono verificati gli incidenti.