Corrado Guerzoni
Politico − Italia
Segretario dell'On. Aldo Moro. Espresse nei giorni immediatamente successivi al rapimento del presidente della DC, dubbi e incertezze sulla gestione della delicata vicenda da parte dello Stato. In particolare sollevò dei dubbi sull'autenticità della lettera scritta da Paolo VI alle BR che, secondo lui, era stata manipolata.
Ascoltato dalla corte del processo Moro il 10 mpvembre 1982 fece un resoconto dell'alterco avvenuto tra Henry Kissinger e il leader italiano; sul noto fatto avvenuto a Washington nel 1974 mancava una documentazione. Guerzoni non aveva assistito personalmente a quella "conversazione molto aspra", ma affermò che Kissinger aveva cercato di obbligare Moro a rinunciare alla sua apertura al PCI. Moro disse a Guerzoni che il segretario di Stato Americano aveva così argomentato: "Non sono un cattolico e non credo nei dogmi; se fossi un cattolico crederei nel dogma. Non posso credere nella sua impostazione politica, e quindi la considero un elemento fortemente negativo". In particolare Kissinger disapprovava quello che definiva il dogmatismo di Moro nell'apertura alla sinistra comunista, tattica che l'americano definiva "filocomunista". Moro si ammalò poco dopo questo colloquio e rientrò in Italia prima del previsto. Sconvolto dalla sua esperienza di Washington pensò seriamente di lasciare la politica.
Ascoltato dalla corte del processo Moro il 10 mpvembre 1982 fece un resoconto dell'alterco avvenuto tra Henry Kissinger e il leader italiano; sul noto fatto avvenuto a Washington nel 1974 mancava una documentazione. Guerzoni non aveva assistito personalmente a quella "conversazione molto aspra", ma affermò che Kissinger aveva cercato di obbligare Moro a rinunciare alla sua apertura al PCI. Moro disse a Guerzoni che il segretario di Stato Americano aveva così argomentato: "Non sono un cattolico e non credo nei dogmi; se fossi un cattolico crederei nel dogma. Non posso credere nella sua impostazione politica, e quindi la considero un elemento fortemente negativo". In particolare Kissinger disapprovava quello che definiva il dogmatismo di Moro nell'apertura alla sinistra comunista, tattica che l'americano definiva "filocomunista". Moro si ammalò poco dopo questo colloquio e rientrò in Italia prima del previsto. Sconvolto dalla sua esperienza di Washington pensò seriamente di lasciare la politica.