Adriana Faranda
Militante politico − Italia

Faranda era cresciuta in una famiglia di solida borghesia. Suo padre era l'Avvocato generale dello stato a Messina. Uno dei suoi figli era anch'egli diventato avvocato, un altro giornalista. Adriana, tuttavia, concepì un invincibile disprezzo per il sistema che la sua famiglia serviva. Descrisse nel corso del processo che la vedeva imputata nel 1984 di come il movimento di protesta del 1968 l'avesse portata su posizioni radicali. La giovane aveva poi abbracciato la religione extraparlamentare della rivoluzione, che per migliaia di italiani della sua generazione segnò un'epoca. Con altri compagni delle sue stesse idee, aderì a Potere Operaio, che per alcuni dei suoi membri funzionava come una tappa lungo il percorso che portava alla clandestinità e al terrorismo. Dopo aver sposato Luigi Rosati, ache egli di Potere Operaio, Franda ebbe una figlia, Alessandra, nel 1971. La bambina aveva cinque anni quando Faranda entrò a far parte delle Brigate Rosse, una decisione che aveva origine nel suo forte idealismo, come asserì nel processo di appello.