Paolo Rumiz
Giornalista − Italia

Ha vinto nel 1993 il premio Hemingway per i suoi servizi dalla Bosnia, e nel 1994 il premio Max David come migliore inviato italiano dell’anno.
Sin dalla sua prima edizione "Maschere per un massacro", si è rivelato un reportage capace di svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni. Gli odi tribali, i massacri, i deliri nazionalistici, le pulizie etniche sono solo gli strumenti che un sistema politico ed economico allo sbando ha utilizzato per accrescere il proprio potere, tacitare le opposizioni e impedire il ricambio delle classi dirigenti.
In "La secessione leggera" Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda d’identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.
(Fonte festivaletteratura.it)
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